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BookSprint Edizioni Blog

30 Lug
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Intervista all'autore - Pietro Gary Dissette

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto a Grado, anche se i miei genitori e nonni erano di origine veneta e gradese-triestina. Ho fatto le scuole dell'obbligo a Grado, il Liceo Scientifico a Monfalcone e l'università a Trieste, dove mi sono laureato in Ingegneria Civile Edile. Ho aperto uno studio a Grado, lavorando però in tutta la Regione, compreso il Friuli in occasione del terremoto del 1976. Ho praticato gli sport del basket e del tennis, quest'ultimo ancora adesso. Ho fatto l'amministratore comunale e credo di essere l'unico, o quasi, ad averci rimesso con la politica. Ora vorrei avere un po' di tempo per scrivere.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Intanto mi piacerebbe che si esaurissero tutte le manifestazioni scritte o visive riguardanti i vampiri, l'horror e le guerre più o meno stellari, che non giovano certo a crescere bene i giovani. Se proprio dovessi indicare un libro in particolare non potrei fare a meno di citare "Il gabbiano Jonathan Livingston" di Richard Bach, un libro breve, il che non guasta per attirare i giovani, stanchi di leggere i mattoni classici a Scuola e perché è una sorta di fiaba molto educativa, ma anche piacevole da leggere.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Non dobbiamo spaventarci per le nuove forme di espressione, che vanno di pari passo con l'avanzare della tecnologia. L'importante è quello che si legge, non come.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La voglia di scrivere l'ho sempre avuta, anche perché a Scuola mi riusciva abbastanza bene, tanto che il professore che mi ha interrogato all'esame di Maturità voleva convincermi ad abbandonare l'idea di studiare ingegneria per andare in una scuola di giornalismo. Non posso dire che l'idea di fare l'ingegnere non mi abbia dato soddisfazioni, ma la voglia di scrivere era sempre in me. Il poco tempo a disposizione mi ha soltanto permesso di scrivere qualche canzone e qualche gioco enigmistico, ma la mia passione era sempre quella di poter scrivere un libro ed ora lo sto facendo e ne sono soddisfatto, al di là dei risultati.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Come detto cercavo soltanto il tempo per poterlo fare, poi di recente è venuto a mancare, in un paio di mesi, un mio cognato che era quasi mio coetaneo e col quale avevo frequentato le Scuole Medie. Ho voluto ricordarlo mettendo nel libro una figura che ha un nome simile al suo, Emilio. ma leggermente diverso per rispetto. Nel libro, all'inizio, c'è una breve vicenda che è successa fra me, lui ed il Preside che corrisponde esattamente a quanto successo allora, mentre tutto il resto è frutto di fantasia, cercando però di ricostruire la sua personalità.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Vorrei dire soprattutto ai ragazzi giovani di leggere molto, cercando di selezionare le loro letture informandosi prima su cosa vanno a leggere, poi invece, di costruirsi una loro idea specifica su quello che hanno letto e di formare la loro personalità, discutendo sì con gli amici di quello che hanno letto, ma mantenendo le idee, maturandole e facendone un proprio bagaglio di vita.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Ho già detto prima che la scrittura per me è sempre stato un sogno da realizzare, sempre rimandato per obiettivi problemi di tempo. Ora che di tempo riesco ad averne, oltre che a giocare a Tennis, non trovo di meglio che mettermi alla scrivania e dare sfogo alla fantasia.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
La sorpresa di familiari ed amici nel sapere che io, conosciuto come ingegnere e quindi associato a costruzioni e cantieri, improvvisamente mi sono dedicato alla scrittura. Sono tutti curiosi di vedere cosa ne salterà fuori.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Certamente no, era quello che aspettavo da tanto tempo e non l'avrei lasciato per nessuna cosa al mondo. Posso invece dire che, mentre avevo finito il primo libro, non vedevo l'ora di cominciarne un altro che ora è a buon punto.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Sono tanti, ma se devo ricordarne uno citerei Mario Puzo, soprattutto per "Il Padrino" ed "Il siciliano". Ciò che mi piace è il modo in cui affronta il tema della mafia italiana negli USA o della problematica pseudo politica di Salvatore Giuliano. La realistica constatazione dei fatti, senza compiacimento, ma lasciando al lettore la facoltà di farsi un'idea propria senza condizionamenti, ma restando acuto osservatore di ciò che racconta.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Come dicevo prima dell'eBook è una inevitabile conseguenza del progresso tecnologico. Non so se sia meglio del vecchio libro cartaceo, ritengo però che tutto ciò che porta ad una maggiore diffusione e facilità di avvicinamento ai libri sia da approvare.
 
 
 
 

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