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26 Lug
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Intervista all'autore - Paolo Da Desio

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Dunque, io scrivo, come penso accada a quasi tutti quelli che scrivono qualcosa, solo a seguito di emozioni appena provate. Ma talvolta anche per dare emozioni a qualcuno che me vicino. Mi fa sentire più bello dentro, mi dà forza interiore e nuovi stimoli. Da ragazzo scrivevo anche canzoni con un mio amico, per creare qualcosa, ma era diverso. Adesso è sicuramente per dare qualcosa a qualcuno, anche se a volte non sono dirette ad una persona specifica, ma vorrebbero essere esortazioni ad emozionarsi, per scrollarsi di dosso la polvere del quotidiano, e accorgersi di avere delle emozioni, che vanno coltivate. Ecco coltivare le emozioni potrebbe essere il vero motivo delle mie poesie.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Quasi tutto ciò che scrivo attinge alla mia vita. Tranne pochissime divagazioni surreali, il resto deriva da emozioni vere, affetti veri, amicizie vere e nuove.
Come detto nella sinossi, conosco persone dal passato drammatico e dal futuro tuttora incerto. Queste persone sono state le mie muse, hanno suscitato in me un profondo affetto, sfociato in una profonda amicizia. Poi i figli, la nipotina, insomma... la vita di un sessantenne molto vicino ai trentenni.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Riuscire a pubblicare una raccolta di poesie non è stato semplice, anche perché non volevo investire denaro in questa cosa. Ma adesso che ho questa opportunità, ne sono davvero felice. Spero che qualcuno possa riflettere sulla sua vita e riconsiderarla alla luce di qualche frase letta tra i pensieri di Margot.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata casuale. Volevo includere diverse persone in questo libro. Dalla copertina al titolo racchiudo una parte sicuramente importante della mia vita. Ma non voglio svelare altro, lasciando al lettore scoprire quali siano i pensieri di Margot, anche se forse non capirà chi sia Margot.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Forse vi sorprenderò molto dicendovi che io ho sempre letto molto poco. Però quello che ho letto, da Woody Allen ai Promessi sposi, da Ken Follet a Shultz, mi ha appassionato. Preferisco scrivere ed ascoltare Rock, anche se ho una cultura di musica classica. Quindi, su un isola deserta preferirei portare i Pink Floyd, qualcosa dei Queen, Battisti e pochi altri brani.
Ma se proprio devo portare un libro.... beh.... porterei "I pensieri di Margot".
 
6. Ebook o cartaceo?
Credo che il cartaceo per la nostra generazione abbia molto più fascino del digitale. Ma forse tra un paio di generazioni sarà diverso. La praticità non deve prendere il posto della fisicità. Vedere un manoscritto originale di John Lennon dà una emozione che non si prova vedendolo su uno schermo.
E credo che l'intera cultura dell'umanità non sarà mai racchiusa in una Wikipedia. Ma forse il digitale sarà utilissimo a stimolare più lettori... e allora ben venga anche l'ebook.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
MAI.
Non ho mai pensato di fare carriera come scrittore. Se poi questa opera avrà un qualche successo da spingermi a pubblicarne una seconda, vedremo.... ma da qui a chiamarla carriera...
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Non è un romanzo. Non c'è un singolo aneddoto. Avevo già preparato tutto il materiale per una delle tante proposte sul web... poi finalmente è arrivata l'offerta giusta.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Quando avrò in mano una copia de "I Pensieri di Margot" sarò sicuramente contento. Ma spero di potermi emozionare nel vedere che in molti la acquisteranno, e non tanto per l'aspetto economico, quanto perché avrò coinvolto tanta gente nel mondo magico della poesia.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Non lo so. Credo me stesso.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Forse aiuterebbe me e quelli come me a leggere di più. Perché sicuramente un racconto ci trasporta in un altro luogo e in un altro tempo, anche se poi io scrivo

ALTROVE
Un concetto assurdo
creato dalla mente
per fuggire la realtà.
Non esiste nessun luogo,
nessun tempo,
nessun altrove.
Persiste solo
un eterno esistere
in forme diverse
ed unite,
se davvero lo vogliamo,
solo dall'Amore.
 
 
 
 

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Venerdì, 26 Luglio 2019 | di @BookSprint Edizioni

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