1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Come dico anche nel mio libro, per me scrivere è liberatorio, perché è un mezzo per dare sfogo alle proprie idee e alle proprie passioni e di metterle in forma scritta, lasciando qualcosa di sé stessi agli altri. Se si ha il privilegio di poter scrivere in modo libero e disinteressato, scrivere può anche essere molto creativo. Io ho avuto questa possibilità ed è per questo che ho intitolato il libro “Pensieri in libertà”.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Essendo un libro autobiografico c’è vita reale al cento per cento. Nel libro ci sono solo fatti realmente accaduti che ho vissuto sempre in prima persona oltre a considerazioni e opinioni personali su alcuni valori che considero fondamentali, come per esempio l’amicizia e la fratellanza. Sullo sfondo ci sono anche diverse mie considerazioni oltre che sull’Italia, anche sulla Svizzera e sull’Inghilterra, paesi che conosco abbastanza bene perché ci ho vissuto.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Essendo il libro un bilancio di tutta la mia vita, mentre scrivevo scorrevano davanti a me le tappe della mia vita, dall’infanzia all’età matura passando per l’adolescenza. Scrivere questo libro è stato quindi bello, ma soprattutto emozionante anche perché mi sono sorpreso del fatto che siano riaffiorati molti ricordi di fatti e persone che erano nascosti in qualche angolo remoto della mia mente e che sono via via riemersi mentre scrivevo il libro.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo normalmente è l’ultima cosa a cui penso perché in genere quando scrivo, il libro prende forma da sé e va magari in una direzione diversa da quella che mi sarei immaginato. Tuttavia, in questo caso è stato semplice mettere il titolo e lo avrei anche potuto mettere all’inizio perché si tratta di una serie di pensieri in libertà sviluppatisi sulla base della mia autobiografia. “Pensieri in libertà” secondo me è il titolo più adatto tenendo conto dell’assoluta libertà e spensieratezza con cui ho scritto questo libro. Tuttavia, per scoprire i contenuti, il libro bisogna leggerlo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Ho letto moltissimo libri, sia di autori italiani che stranieri ed ognuno di loro mi ricorda una parte della mia vita. Pertanto, è difficile sceglierne uno. Ma se dovessi proprio sceglierne uno, mi porterei la Divina Commedia di Dante, un capolavoro assoluto, che per me sarà sempre letto e studiato, non solo in Italia, ma in tutto il mondo.
6. Ebook o cartaceo?
Sicuramente cartaceo. Sono uno di quelli che pur utilizzando molto internet, compra ancora i libri e i quotidiani in forma cartacea. C’è qualcosa di affascinante e di romantico, toccare con mano i libri e sentirne l’odore.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non è stata una decisione. Scrivere per me oltre che un piacere, è sempre stato anche un bisogno. Da piccolo avevo un diario segreto e a scuola adoravo scrivere i temi, in particolar modo il tema libero, dove la fantasia e l’immaginazione potevano spaziare senza limiti. Ho sempre sentito la necessità di mettere nero su bianco i miei pensieri e ho sempre avuto la passione per le lingue. Pertanto, non ho mai pensato alla scrittura come mezzo per intraprendere una carriera, ma come ad un’autentica e fortissima passione, oltre che ad un bisogno personale.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L’idea di questo libro nacque alcuni mesi fa a Cuba, all’Avana, dove ho trascorso alcune settimane con mia moglie. Credo che il clima, la gente e l’ambiente di quel luogo, mi abbiano dato l’ispirazione per cominciare a fare un bilancio della mia vita e per descrivere fatti e persone che hanno inciso in maniera considerevole sulla mia vita facendomi diventare la persona che ora sono.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Si tratta di una sensazione meravigliosa. È come osservare quotidianamente un bimbo che cresce e che inizia a muovere i primi passi.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Antonio, un carissimo amico con cui ho condiviso una parte significativa di esperienze raccontate nel libro.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È senz’altro un fatto positivo se può servire ad incentivare i giovani ad interessarsi maggiormente ai libri, soprattutto alla luce del fatto che oggigiorno i ritmi sono molto serrati e quindi un audiolibro è molto pratico, perché per esempio lo si può ascoltare anche in macchina mentre si guida. Io personalmente, un libro lo preferisco leggere in forma cartacea in un bel parco in mezzo alla natura oppure in riva al mare.