1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Vanesa. Spesso le persone mi chiedono di ripetere loro il mio nome. È un nome particolare, lo so. Sono nata a Pacorá un piccolo paesino della Colombia. Sin da bambina mi piaceva scrivere racconti, era l'unico modo che avevo per evadere dalla realtà. Intorno ai 14 anni ho iniziato ad approcciarmi alla poesia e attraverso questa riesco a descrivere meglio ciò che provo. In realtà non ho mai deciso di fare la scrittrice, avevo in mente di fare la maestra, un giorno però ho deciso di tentare il percorso da scrittrice, affidandomi un po' alla sorte e un poco a Dio ed è così che ho scelto questo cammino.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La notte. La notte è il momento della mia giornata in cui i miei pensieri sono più liberi e iniziano a balenarmi in testa ad una velocità impressionante. Spesso mi alzo nel cuore della notte, stando attenta a non accendere nessuna luce perché altrimenti i miei pensieri spariscono di colpo. Una volta preso il mio quaderno inizio a scrivere, dapprima parole senza un nesso logico, sentimenti, emozioni o semplicemente pensieri, la notte seguente ogni parola scritta la notte precedente assume un suo valore alla interno di quella che poi sarà la poesia finale.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Rupi Kaur. La trovo schiacciante, forte, come uno schiaffo in pieno viso. In ogni sua poesia ritrovo qualcosa di me anche una semplice parola, rumore, sentimento.
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera nasce dalla rabbia, dal dolore e dalla nostalgia che mi accompagno da sempre.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale in cui attualmente vivo ha influito ben poco, ha, invece, un ruolo fondamentale il mio passato.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
È entrambe le cose, dipende dai momenti.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì. L'aver potuto vivere due vite opposte: una in Colombia e una qui in Italia.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Mia nonna materna. A lei ho letto la prima poesia.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Probabilmente lo sarà. A parer mio, se posso dirlo, chi ama davvero leggere non potrà mai sostituire la bellezza di un libro cartaceo con uno digitale. Certamente attraverso l'ebook la comunicazione è più immediata e anche più facilmente reperibile.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È una bella idea. È un po' come le canzoni, ma invece di essere cantate vengono raccontate. Aiuterebbe sicuramente a ritornare un po' bambini come quando la mamma raccontava ai propri figli la favola della buonanotte.