1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi è sempre piaciuto scrivere, soprattutto per me stesso
L'esperienza con Farad mi ha spinto a scrivere anche per gli altri.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La mattina presto e la notte, quando non riesco a dormire.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Haruki Murakami.
4. Perché è nata la sua opera?
Per il bisogno di raccontare la mia epoca, le sue contraddizioni, i suoi misteri, filtrandola con una vicenda di fantasia che l'amico Farad, coautore, aveva in gestazione.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ha influito al massimo livello. Direi il principale ispiratore.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è donare una parte di sé stessi rendendo un servizio alla realtà.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Non si tratta di un'opera autobiografica. Di nostro, di me e di Farad, c'è lo spirito con il quale abbiamo vissuto questi anni.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Più che qualcuno, qualcosa: la nostra città, Roma, sfondo magico da noi mostrato negli angoli più insoliti e inediti.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A noi. Per essere convinti di averlo ben scritto, ci siamo spogliati della veste autoriale e ne siamo diventati lettori.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Secondo l'evoluzione, o involuzione, dei tempi, pensiamo di sì. Ma nulla, e sottolineo nulla, potrà mai sostituire l'odore della carta stampata, il sospiro delle pagine sfogliate, la sorpresa che si cela nella pagina successiva.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non mi entusiasma.