1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è il miglior modo di comunicare, perché mi consente il controllo preventivo sia della forma, che desidero sia chiara e coinvolgente, che del contenuto che esigo corrispondente al mio pensiero ed al mio sentire e fedele alla realtà. Quando ci riesco ne sono felice.
Le emozioni dipendono da ciò che sto raccontando; a volte sono allegro e mi diverto, a volte mi commuovo fino alle lacrime perché gli avvenimenti mi colpiscono e mi sorprendono in profondità.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Ho raccontato tutto ciò che mi è sembrato meritevole di lettura e di memoria; per esempio ho tralasciato i fatti del mio impegno in politica od in opere sociali per non distrarre il lettore da ciò che più mi stava a cuore.
Il resto è tutta vita vissuta.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Rileggere insieme a mia moglie Angelina e riscoprire i momenti belli e felici, i dolori, gli snodi attraverso i quali sono cambiate le condizioni di vita e le nostre stesse persone.
La riflessione impastata al racconto ha resa più evidente e chiara la strada percorsa dalla nostra relazione e dalla nostra famiglia ed il suo senso ultimo.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
È stato come un lampo di sintesi delle esperienze fatte.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Gli scrittori russi, che, ad eccezione di Tolstoi, non sono riuscito a leggere da grande.
6. Ebook o cartaceo?
Tutt'e due le modalità; ognuna delle due soddisfa esigenze diverse.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Io sono da sempre l'autore della corrispondenza familiare, esattamente come mia madre; poi ho scritto durante la mia attività professionale testi per corsi di formazione, circa 1500 profili personali e qualche articolo su giornali locali e sulla rivista "SCRITTURA".
"MAI SOLI " mi giustifica come scrittore, ma non per una carriera come tale.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Dal mio desiderio di scrivere e dalla richiesta di figli e nipoti di fissare per iscritto tanti avvenimenti per tutti noi indimenticabili e meritevoli di lasciare una traccia ai posteri delle loro radici.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una certa soddisfazione al momento del racconto perché comunico me stesso agli altri e poi per l'opera compiuta; infine una certa domanda sulla fine che farà.
Provo anche una serena pace, come chi ha compiuta un'opera a fin di bene e ne affida la sorte al proprio Creatore.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
È stata la mia stimatissima amica professoressa Paola Campanini: il suo commento chiude alla grande il nostro romanzo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mi ha sorpreso felicemente questo poter leggere un libro tramite l'ascolto di un seppur meccanico lettore; ma penso che sia utile a chi non riesce a leggere o a chi si senta estremamente solo.
Altro effetto farebbe ascoltare la lettura da parte di un bravo doppiatore.