1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Nelle vene ho sangue Veneto. Sono nato e cresciuto a Tripoli di Libya. Lì avevamo una azienda agro-alimentare. Ricordo con nostalgia quegli anni. Eventi politici ci hanno costretto a scappare, rimpatriare.
In Italia ho studiato e lavoro come informatico.
Ho sempre avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ho scritto molte poesie. Ho pure scritto un'autobiografia. Pubblicherò il tutto.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La notte o il mattino presto.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un autore preferito.
Faccio come l'ape, volo su tutti i fiori.
4. Perché è nata la sua opera?
Ho deciso di scrivere questo libro perché il personaggio mi ha colpito. Un eroe che ha sempre indossato l'abito fiero e ha cantato "lo sdegnoso canto"
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Molto. Vengo da una famiglia dove i valori contano.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Un modo di pubblicizzare il bene, la verità, la giustizia.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Qualcosina. Non sono Von Galen.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Purtroppo no. Tante anche le difficoltà, compresa la lingua.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Una amica tedesca, Christine Wolff.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Ha un futuro grandioso. Molti godono nel tenere in mano il libro.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non ho esperienza in merito.