1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata e cresciuta in Calabria, nella Locride, più precisamente a Mammola, un paesino di circa 3000 anime, distante 20 minuti dal mare e 20 minuti dalla montagna. La mia è una famiglia umile, unita e "fortunatamente" numerosa; dico fortunatamente perché ho due sorelle e un fratello che mi hanno dato tanto e grazie a loro ho imparato a mettere in atto le mie conoscenze (non sempre però, nessuno è perfetto). Se dovessi immaginare una vita diversa da quella che ho avuto, ad oggi, non ci riuscirei, ma non perché mi va di fare il "fenomeno", almeno da piccoli/adolescenti chiunque avrebbe voluto rinascere e ricominciare altrove, prendere e andare altrove, così...
Per chissà poi quale strano motivo che all'epoca sembrava insormontabile; ma ad oggi non saprei davvero come fare senza di loro, la mia splendida famiglia. Quindi è a voi che dico il mio più grande e sincero "grazie"! E a voi che rivolgo anche le mie scuse per tutte quelle volte che una figlia, una sorella sbaglia. Ma come dico spesso: siamo umani! Perdoniamoci e andiamo avanti! Sono anche convinta che l'esperienza crea la personalità.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Un mio professore ci ripeteva sempre di leggere; leggere qualsiasi cosa ci interessasse perché solo così saremmo stati capaci di sviluppare una mente critica, aperta, libera da pregiudizi, consapevole e soprattutto curiosa e vogliosa di imparare.
Detto ciò, se guardassi la libreria di Fabiana adolescente mi renderei subito conto di quanto fossi un'inguaribile romantica in quanto spiccano fra tutti i romanzi rosa; poi crescendo i miei interessi si sono spostati, allargati (frutto anche del mio percorso di studio) e ad oggi preferisco libri storici, trattati psicologici, politici, autori studiati fra i banchi scolastici e al tempo non apprezzati...
Un libro che sicuramente consiglierei, anzi meglio, un autore che senza dubbio consiglierei di conoscere e leggere è: Khaled Hosseini, uno scrittore di origine afgana; i suoi romanzi: - “Il cacciatore di aquiloni”, “Mille splendidi soli”, e “L'eco rispose”; tre dei miei romanzi preferiti che sono davvero riusciti a cambiarmi la prospettiva. Consiglio anche di leggerli esattamente in quest'ordine, che è lo stesso usato da Lui nello scriverli.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Questo un pochino mi dispiace perché io sono un'amante delle pagine proprio dell'odore della carta; mi piace sottolineare, annusare e scrivere accanto; mi piacciono i fogli ingialliti e consumati; mi piacciono le librerie piene. Sono convinta che la parola, la frase va toccata per essere vissuta e attraverso uno schermo l'emozione non sempre riesce a venire fuori, purtroppo.
Detto ciò però, sono consapevole che vi sia effettivamente meno spreco, tutto diventa più facile, leggero e a portata di mano ovunque.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Alla scrittura mi sono sempre affiancata e affidata; tendo sempre a mettere per iscritto un mio pensiero, qualche riflessione. Per quanto mi riguarda è un amore, ma non riesco a distinguere se è: "a prima vista" o "ponderato".
La scrittura è un talento e come tutti i talenti vanno curati e aiutati a crescere e maturare, bisogna impegnarsi e lasciare parlare la scrittura attraverso le nostre emozioni. La scrittura fa parte di noi, è una parte di noi.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Questo libro nasce dal bisogno di riscattare una parte d'Italia troppo spesso messa da parte: il Meridione. Purtroppo si conoscono le cose negative di questa splendida terra e, la colpa (se così vogliamo chiamarla) è un po' di tutti per la concezione che di essa viene trasmessa.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Si tratta di un messaggio estremamente positivo, storico-realista, ma del tutto positivo. Voglio che la gente sappia che oltre al male proposto e passato ovunque e che chiunque, attraverso libri, film, persone conosce, ci sono cose buone da trattare. Una terra bellissima con delle persone capaci e da scoprire.
Voglio trasmettere la forza di riuscire a fare, di provare, almeno, nonostante tutto. Anche in Calabria c'è del buono e bello, anche qui si può essere felici.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
La scrittura è uno dei miei sogni nel cassetto che sta prendendo forma, e di questo davvero sono felicissima. Auguro a tutti di sentirsi orgogliosi di sé nel realizzare qualcosa di così importante.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
La nascita di questo libro è maturata dentro di me ed è cresciuta piano piano iniziando a prendere forma e carattere. Stanca di sentire esclusivamente episodi negativi della mia terra, che non nego assolutamente che siano accaduti e di tutti me ne vergogno, senza saltarne uno solo. Così decisi di iniziare ad approfondire l'arretratezza dalla maggioranza decantata e ho avuto l'onore di conoscere testimonianze di grandi autori-storici che mi hanno aperto una splendida strada davanti fatta di speranza e verità.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Come per ogni tipo di lavoro c'è bisogno di tempo, pazienza, impegno. Una volta iniziato non avrei mai potuto pensare di lasciarlo a metà, anzi ho pensato solo di approfondire sempre di più per riuscire magari a renderlo migliore, ma mai mollare!
10. Il suo autore del passato preferito?
Uno dei miei autori preferiti è senza dubbio: Oriana Fallaci, scrittrice, giornalista italiana, morta nel 2006 a causa di un "alieno" da Lei soprannominato, perciò non tanto passato, ma non riesco a pensare a nessun altro se non a questa magnifica eroina, dallo stile semplice, incisivo, che arriva dritto all'anima per riscuotere le coscienze e svegliare le menti.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Premetto che non ho mai fatto ricorso a ciò. La trovo una grande innovazione e un potentissimo mezzo per i non vedenti, ma niente di eccezionale per coloro che lo usano per "leggere un libro", "conoscere una storia", "passare del tempo"... Mi danno un'idea di assurda pigrizia, qualcuno che legge al nostro posto... Sono dell'idea che le parole vadano lette e non solo ascoltate; leggendo si ha il bisogno di fermarsi a riflettere, capire; ascoltare un po' limita l'immagazzinamento dell'informazione. Numerosi studi confermano che vi sia un magazzino visivo oltre ad uno uditivo ed è stato dimostrato che l'informazione scritta rimane più impressa nella nostra memoria in quanto da noi "letta" e appunto "vista" più di quanto non lo faccia un'informazione puramente ascoltata.