3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Ken Follet. Mi piace il suo immenso potere descrittivo.
4. Perché è nata la sua opera?
Non esiste alcun perché, ho una naturale abilità senza alcun sforzo nello scrivere aforismi. Ma li avevo messi in un limbo con l'idea che un giorno ci avrei fatto qualcosa.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Non molto, ho una naturale predisposizione ad avere idee mie. La mia formazione letteraria sì invece. Kafka, Gogol, Aristofane, Balzac, Dickens.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Un giorno dissi che scrivevo per legittima difesa. È ancora così.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Alle volte penso che sono solo un messaggero in cui i polpastrelli agiscono per conto loro senza che io debba far nulla. Anche le mie commedie teatrali sono così, pur se non ho trovato agganci, forse le metterò come mio prossimo libro.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Certamente. Le persone negative ed i No verso di me. Gli ostacoli mi hanno aiutato assieme alle porte chiuse, principalmente da me stesso.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Un mio amico amante della letteratura.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non credo alle scelte unidirezionali. Possono convivere assieme.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Interessante, ho realizzato diversi corti cinematografici, usando molte tecniche.