1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è comunicare. Oggi, con il progredire dell'elettronica, i rapporti umani sono in parte penalizzati ed allora un libro può arrivare nelle case come un messaggio, può creare legami col prossimo fino ad ora sconosciuto e può anche procurare delle piacevoli sorprese, come amici ormai perduti che riaffiorano e fanno mille domande, sorpresi della nuova dimensione del vecchio loro amico.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nel libro che ho scritto sono stati indispensabili tantissimi momenti vissuti per prepararne il contenuto, come la sessantina di foto del cielo fatte nell'arco di un anno, foto preparate, organizzando il luogo e la data. Anche l'attrezzatura per eseguirle è stata preparata accuratamente, per evitare di rendere nulla una serata sulla quale potevo contare di realizzare qualcosa di utile per il libro. Nei testi sono riportati articoli su oggetti celesti che normalmente ammiro e che conosco da tempo. Molto di questo libro mi rispecchia.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere questo libro è stato come costruire qualcosa, o come dipingere un quadro. Il pensarlo, il programmarlo è stata una spinta non indifferente e non nego di non essere stato sicuro, all'inizio, che avrei potuto portare a termine il lavoro. Per un libro sulle costellazioni non bisogna trascurarne neanche una e bisogna anche dare a ciascuna di esse una veste che possa interessare il pubblico che ne è in parte estraneo. Se penso di esserci riuscito non è un vanto, ma un aspetto che, se vero, potrà essere solo confermato dai pochi o molti lettori futuri.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata abbastanza scontata. Il titolo tuttavia ha dovuto essere diverso dai titoli dei libri già disponibili sull'argomento. Quindi ciò ha comportato un controllo preliminare accurato.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Se fossi in un'isola deserta vorrei con me il libro: "Tredici miliardi di anni" di Piero Angela.È un'analisi importante sull'evoluzione dell'universo, delle origini della vita sulla Terra, degli animali, dell'uomo. Scritto col metodo della domanda-risposta, lo consiglierei a tutti poiché è ben comprensibile e scritto dall'autore non per i tecnici ma per la gente comune.
6. Ebook o cartaceo?
Qualche tempo fa ho comprato un ebook. All'inizio ho acquistato diversi libri per poter contare su una discreta biblioteca. Col passare del tempo li ho letti e ho anche consigliato questo piccolo tablet a qualche amico. Pratico, con i caratteri modificabili in grandezza e luminosità, con libri che possono costare anche solamente 0,99 cent. e che puoi portare ovunque, come non parlare bene dell'ebook!!! Un amico però mi disse che preferiva ancora il cartaceo ed io lo considerai un po' antiquato.
Poi, non so, ma sto acquistando libri di carta anch'io.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Qualche anno fa scrissi il mio primo libro. Ero soddisfatto. Apprezzavo questo mio nuovo modo di vivere, dedicando qualche ora al giorno a scrivere, ma nella mente pensando quasi continuamente alle pagine da scrivere. Nel mio caso lo scrivere significa anche divulgare. Durante le serate organizzate per vedere il cielo col telescopio si fa divulgazione, si spiega ai presenti qualche mistero del cielo. Ma non resta niente ai presenti, solo un ricordo di una serata diversa e di tante cose dimenticate. Con un libro è diverso. È un messaggio che rimane.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
In alcune serate di bel tempo e di cielo limpido, ho sempre fatto fotografia astronomica. Ossia fotografare gli oggetti celesti come nebulose, ammassi stellari, galassie più o meno lontane. Poi una sera ho voluto fare una fotografia più semplice, con esposizione della durata di una ventina di secondi. Il soggetto era una costellazione che corrisponde al segno zodiacale di mia figlia. Successivamente la foto è stata stampata con evidenziata la costellazione. È stato un simpatico regalo. Mi sono poi detto che potevo farne altre, per parenti o amici. A questo punto è nata l'idea di fotografarle tutte e di scrivere tante cose su di esse. Ho pensato che un famoso astronomo giapponese ha fotografato tutte le costellazioni del cielo, anche le australi. Io potevo limitarmi alle boreali. E così ho fatto.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un po' come la fine di un viaggio o come quando si arriva alla costruzione del tetto della casa. È sempre bello vedere realizzato un proprio progetto. Bello anche vedere ormai superate le difficoltà ed i problemi che ci sono sempre quando si realizza qualcosa. Poi il lavoro continua, quello di divulgare il proprio lavoro agli amici, nelle librerie, nelle serate pubbliche di osservazione al telescopio, ecc.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Un amico al quale ho dato una copia ma che credo non abbia ancora letto.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non penso che possa sostituire il cartaceo ed anche l'ebook. È un po' come se qualcuno ci leggesse il libro e quindi vengono a mancare tutti i vantaggi di farlo da noi stessi. La lettura è un buon esercizio mentale che non si può paragonare ad un semplice ascolto delle parole. Penso che non userò mai questa tecnologia.