1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Io provengo da una cittadina di montagna, luogo dove sono nato e dove attualmente vivo: Pavullo nel Frignano in provincia di Modena. Dopo gli anni di studio ho scelto la via del lavoro e già a quattordici anni ho intrapreso il lavoro di cameriere. Verso i quarant'anni per una casualità iniziai a scrivere o almeno tentai di farlo, la cosa mi piacque e da quel momento non smisi più.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Sicuramente non la notte, anche perché col mio lavoro avrei difficoltà a scrivere nelle ore notturne. È il pomeriggio il momento a cui dedico la mia passione.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Come già detto in altre interviste l'autore che preferisco è Dan Brown e a seguire Ken Follet.
4. Perché è nata la sua opera?
Sono amante della storia antica, amo le leggende celtiche, faraoniche, templari, quindi anche in questa opera ho miscelato il tutto in un racconto fantastico e paradossalmente assurdo, ma con piccole punte di verità.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Direi molto. Grazie al mio lavoro sono in contatto tutti i giorni con un sacco di persone dai pensieri diversi, quindi non mi è stato difficile formarmi nei vari contesti.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Quando scrivi, specialmente romanzi fantasy, esci letteralmente dal mondo che ti circonda ed entri in un universo tutto tuo fatto di miti, storie e leggende.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Per quanto mi riguarda in quello che scrivo vi è la mia passione per la storia e per un mondo in cui mi sarebbe piaciuto vivere.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Ovviamente l'appoggio morale della famiglia, i tanti lettori e amici che ogni volta comprano i miei libri, il mio amico d'infanzia Gianni Ricci che è sempre presente e Pamela Jica Mezea che quest'anno assieme alla collega Simona Dragonetti hanno lavorato sulle copertine.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Il primo in assoluto lo feci leggere a un altro caro amico d'infanzia, ora storico e scrittore anche lui.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Io spererei di no, per il semplice motivo che il cartaceo ti dà il senso di sfogliare le pagine, ti dà l'odore della carta, e in più è bello quando hai una libreria colma di libri. Con l'ebook non hai tutto questo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Direi che potrebbe diventare utile per i non vedenti o per chi ha altre patologie particolari.