1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è una incontenibile necessità come il mangiare o il bere: ho bisogno di fermare le emozioni provate per poterle comunicare . Ciò mi porta a ricostruire empaticamente le occasioni che le hanno generate anche sforzandomi di esaminare le circostanze da diversi punti di vista per poterne cogliere le possibili sfaccettature.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il continuo esercizio di prendere appunti su circostanze o atteggiamenti di persone che mi hanno colpito fa sì che le annotazioni si trasformino in una sorta di cortometraggio che riflette attimi della mia vita. Immagini e personaggi riflettono sempre momenti della mia esistenza anche se si colorano di benevola ironia o di dolcezza rispetto ad una realtà che è stata vissuta come una dura prova di vita.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Questa raccolta riflette emozioni vissute nel corso degli anni ed è dedicata ai nipoti sperando di poter offrire ai miei ragazzi un piatto di fatto di piccoli pensieri, di ironia, di dolcezza e fiducia che susciti costruttive riflessioni a fronte degli eventi e degli impegni che la vita di solito ci presenta.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo, come la stessa copertina del libro è stato ispirato da un particolare episodio della mia infanzia e così mi è venuto spontaneo. La vita in effetti ci viene offerta come un piatto composto di tante piccole circostanze che vanno assaporate come gli struffoli napoletani un po’ per volta condite, se possibile, con il miele della fiducia e dell'ironia
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
La Bibbia perché vi è rappresentata tutta l'umanità con i suoi vizi e le sue virtù, l'amore per la natura, la povertà e la ricchezza, la sensualità e l'ebbrezza, la guerra e la pace, rapporti tra popoli ed etnie diversi, l'entusiasmo e la disperazione.
Tutto ciò mi aiuterebbe a non farmi dimenticare il mondo cui appartengo e mi terrebbe compagnia alleviando il peso della solitudine.
6. Ebook o cartaceo?
L'oggetto "libro" suscita seducenti ricordi ed abitudini, ma l'uso dell'E-book, per la facilità di trasporto e di archiviazione e la multifunzionalità dei dispositivi si addice di più all'intensa vita sociale dell'uomo moderno per non parlare della notevole convenienza economica.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Ho iniziato a scrivere piccoli racconti e poesie a nove anni, ho avuto l'incoraggiamento di amici e maestri, poi i primi riconoscimenti ai concorsi di poesia al liceo. Ho continuato un po' per hobby un po' per vocazione naturale a raccogliere impressioni, fantasie, appunti di emozioni ed esperienze fino a quando, ormai in pensione, ho iniziato a presentare i miei scritti in varie manifestazioni raccogliendo consensi per me inaspettati. Tali circostanze mi hanno spinto a comporre e a pubblicare le mie raccolte di poesie, canzoni ed altri scritti con la speranza di riuscire a comunicare un briciolo dei miei sentimenti soprattutto ai nipoti.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Non ho ancora scritto romanzi, ma ho solo pubblicato raccolte di poesie e canzoni. Il libro attuale: prende il nome da un episodio della mia infanzia riportato nell'omonima poesia e richiamato nella copertina del testo che ritrae una foto di me bambino all'epoca del fatto. La mia famiglia attraversava un rovescio di fortuna e si giunse ad un Natale particolarmente povero. L'amore dei miei riusciva a tenermi lontano dalle tribolazioni, ma avvertivo il clima diverso che regnava in casa. Mia madre e mia zia riuscirono a farmi avere, a sorpresa, un albero di Natale e dei dolciumi costituiti da un piattino di "struffoli".
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
La commozione e la tenerezza prodotta dall'evento fa diventare timidi. Si accarezza l'oggetto come se non lo si conoscesse, come si guarda un figlio che torna da soldato. In effetti il libro pubblicato non appartiene più all'autore, ma ai suoi possibili lettori.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ho la fortuna di aver sposato una donna che possiede una notevole professionalità come insegnante di materie letterarie e dotata di un notevole senso critico. Approfitto quindi della sua pazienza e del suo affetto per sottoporle le mie raccolte. È una consuetudine questa che ci consente un confronto ed un’ulteriore possibilità costruttiva di confronto e di dialogo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'introduzione di questo strumento e la sua crescente utilizzazione nasce dalla considerazione che le trasmissioni radiofoniche ispirate dalla lettura, anche a puntate, di capolavori letterari non hanno mai subito cali di "audience".
Pertanto si è sperimentato che l'audiolibro non trova come fruitori solo persone ipovedenti, ma anche un pubblico con diverse ed articolate esigenze.
L'inventiva e l'intuizione degli editori saprà individuare le soluzioni economiche più adeguate alle richieste del mercato che, alla fine, sarà il solo a determinare il successo commerciale del nuovo prodotto.