1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me rappresenta il modo più semplice per esternare quelle emozioni che mi porto dentro, e scrivendo e rileggendo, le rivivo e mi emoziono nuovamente.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Direi che ogni poesia mi appartiene, c'è molto del mio vissuto in ognuna di esse, pensieri inerenti ad esperienze di vita personale mia e non solo, mi riferisco a persone che ho incontrato sino ad oggi e che mi hanno ispirato.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Per me ha significato tradurre in parole frammenti di vita, rimasti indelebili sulle pagine dell’anima. E riuscire a fare questo significa donare agli altri la parte migliore di me stessa.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Scegliere il titolo è stato spontaneo e naturale. Dicono che i miei occhi parlano e riflettono ogni mio stato d'animo, da qui "Pensieri Riflessi".
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In un'ipotetica isola deserta porterei con me il libro di Roberto Emanuelli "Buonanotte a te", per il solo fatto che essendomi stato regalato da poco, avrei il tempo di iniziarlo e finirlo, visto che nella quotidianità rincorriamo il tempo per fare tutto.
6. Ebook o cartaceo?
Decisamente cartaceo, perché adoro l'odore della carta dei libri, sfogliarlo e "toccare con mano" ciò che l'autore vuole trasmettere.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Scrivo dall'età adolescenziale, ma ho deciso di scrivere con l'idea di un libro, nel momento in cui ho sentito il bisogno di condividere con gli altri i miei pensieri, con l'idea di riuscire ad emozionare... Chissà...
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea è nata parecchi anni fa, quando una mia collega di lavoro, Martina, decise di regalarmi un quadernone a quadri (rubato alla sorellina), dove trascrivere le mie poesie che ero solita scrivere su pezzi di carta, fazzoletti ecc. con il rischio di perderli, così scelsi il titolo, scrissi una prefazione e ringraziamenti, e quel quaderno divenne un libro chiuso in un cassetto in attesa della giusta occasione per essere condiviso, ed oggi quell'occasione è arrivata.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un'emozione sentire che le mie poesie avranno lo stesso odore di quelle scritte dai più grandi poeti, e mi emoziona l'idea che ci sarà dall'altro lato qualcuno che entrerà nel mio io e magari si ritroverà in quelle parole. Ci si sente orgogliosi indipendentemente se piacerà o meno.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
In realtà nessuno conosce per intero il contenuto del libro, solo nell'ultimo periodo ho condiviso qualche poesia con gli amici, ed è proprio grazie ad alcuni di loro che ho intrapreso questo progetto.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Che dire, potrebbe essere utile per chi non ha tempo di sedersi a leggere, però credo che dovremmo riprenderci un po' del tempo per noi e dedicarlo alla lettura, e rimango dell'idea che un libro deve essere letto e ascoltato dentro di sé.