1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto in un paese di provincia, Gavi. Sono orgoglioso di essere nato in campagna, dove i valori semplici sono ancora permeati nelle persone e dove si vive con più calma rispetto al caos delle grandi città. Ovviamente amo la mia città, Milano, perché offre tutto ciò di cui ho bisogno. Diciamo che ho sposato la città, ma la campagna resta la mia amante. Mi sono laureato in giurisprudenza a Genova e studio musica da quando avevo otto anni. Le mie passioni sono la musica, la scrittura e il diritto.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Non ci sono titoli in particolare che mi sentirei di consigliare. Ci sono buoni libri e cattivi libri. Credo che ogni adolescente abbia il fiuto per capire quale libro sia importante per lui e quale invece sia una perdita di tempo. Leggere è davvero importantissimo. Può sembrare scontato, ma invece si dovrebbe dire di più.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’eBook?
Credo che sia una naturale evoluzione del mercato coerente con l'evolversi dei media. Personalmente mi piace leggere il cartaceo, sentire il profumo della carta e sentire le dita la consistenza della carta. Ma credo che anche gli ebook siano comodissimi e che siano il futuro.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura per me è una stampella dell'anima (questa è una citazione di uno dei miei maestri, l'avv. Giuseppe Iannaccone che la usava con riferimento alla sua arte). Per me la scrittura è un colpo di fulmine quando le immagini si palesano nella mia mente e non posso fare altro che scriverle. L'amore viene dopo, quando le poesie sono limate e completate con gli opportuni interventi. E anche quando dopo mesi le rileggo e trovo qualcosa che mi piace, allora è vero amore!
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La voglia di esprimermi. Scrivo da sempre, ma molte mie cose sono rimaste in fondo al cassetto. Invece credo che sia giusto dare spazio alla propria creatività e condividerla con gli altri.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Non ho messaggi da inviare o massime da elargire. Spero che quello che scrivo faccia stare bene chi lo legge. Perché la scrittura per me vuol dire anche creare qualcosa di bello per me e per gli altri.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Da piccolo non avevo sogni. Avevo la voglia di creare qualcosa con la musica, la scrittura e il diritto, che sono le mie passioni.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
I miei viaggi sono la mia più grande fonte di ispirazione. Quando viaggio mi stacco totalmente dall'atmosfera quotidiana e mi immergo in culture e atmosfere nuove. Allora in quei momenti, esce qualcosa di bello. Generalmente quando sto da solo per un po' si crea questa atmosfera che è il concime della mia scrittura. Credo che sia tanto bisogno di silenzio al giorno d'oggi, in cui tutti riempiono ogni momento di rumore, parole, telefonate e attività. Il vuoto invece è fondamentale per uno scrittore, ma credo per tutti.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, mai. Non per alterigia, ma perché scrivo per me stesso, per essere libero, non per essere schiavo di scadenze, obblighi o termini. In questo senso le mie opere non hanno un termine.
10. Il suo autore del passato preferito?
Ce ne sono molti. Senza dubbio mi affascinano i romanzieri dell'Ottocento. Ma leggo anche molti scrittori contemporanei come Margharet Mazzantini. Parlando di poesia, senza dubbio Alda Merini è il mio faro, la mia ispirazione più grande. La forza evocativa della sua poesia non ha eguali e nei suoi versi c'è così tanta verità e lucidità che ogni volta che la leggo mi stupisco ancora.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Un'altra forma di fruizione della letteratura che trovo molto interessante.