1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata a Roma, nel pasoliniano quartiere Pietralata. Come molti quartieri di questa magnifica e sofferente megalopoli, è una sorta di enclave rassicurante... per chi ci è cresciuto.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Consiglierei “Il conte di Montecristo” di Dumas, perché è un libro appassionante su vendetta, perdono e rinascita.
Aggiungerei “Una stanza tutta per sé” di Virginia Woolf, perché si rendano conto di quante conquiste le donne abbiano fatto nell'ultimo secolo.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
L'importante è il fine, non il mezzo. Di certo il fascino della carta è insuperabile, ed i lettori appassionati difficilmente vi rinunciano.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Ho sempre amato scrivere: ricordo con affetto le lettere inviate alla mia amica di penna, le poesie dedicate ai miei amori, gli sfoghi su carta che avevano il potere di dissolvere le mie arrabbiature. Ora scrivo molto, su tastiera e per ragioni professionali: il mio non è un mestiere in cui occorra farlo con stile, ma provo ad applicarlo comunque, perché è vero che scrivere bene, come parlare bene, porta a pensare bene.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Certamente romanzato, fantasioso, la finalità di questo libro era egoisticamente terapeutica.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
All'interno di un libro ognuno può cercare il proprio messaggio, ed io mi auguro che per ciascuno dei miei lettori ce ne sia uno diverso.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Io sono convinta che ci sia uno scrittore in ciascuno di noi, perché ciascuno di noi ha delle storie da raccontare. Raccontare e raccontarsi è una esigenza come respirare, ma per mettere su carta occorre la volontà di farlo e di conseguenza il tempo per farlo. Questo non significa che siamo tutti degli Autori letterari, tantomeno io. Un Autore letterario con la A maiuscola si distingue dallo stile e dalla capacità di coinvolgere il lettore, con tutti gli strumenti possibili: è un dono di pochissimi, è un talento. Io faccio parte della categoria generale di chi ha voluto e trovato il tempo di raccontare una storia.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Quando ho ripreso in mano una agendina rossa: allora ho capito che stavo guarendo ed avrei potuto fare pace con il mondo.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Ogni giorno. In realtà la genesi è molto lontana nel tempo, ogni tanto aggiungevo qualche pagina, magari dopo uno due anni dall'ultima volta che avevo aperto il file. Avrebbe potuto non esserci mai una fine, finché un giorno, di punto in bianco, ho deciso di non aprire più il file.
10. Il suo autore del passato preferito?
Edgar Allan Poe, per agganciarmi alla risposta precedente, un Autore con la A maiuscola.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ho comprato qualche volta degli audiolibri, perché trascorro molto tempo in auto ed era l'unico modo di non perdere il contatto con la letteratura. La sensazione non è la stessa, certamente, né il grado di attenzione che genera la carta stampata, ma è bellissimo sentire raccontare delle storie, sembra di tornare bambini.