1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Probabilmente è una delle poche cose che amo fare. Quando scrivo sento che la vera me decide di parlare, decide di far uscire la parte più vera e sincera. Penso che le emozioni non si possono descrivere, però scrivere lo definirei come quando ami e sai che qualcuno ti ama, ti senti importante e sai di non essere solo; io quando scrivo non mi sento mai sola.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tanto, forse troppo. È una parte della vita di una ragazza che ha imparato con il tempo a vivere quello che è, ma che qui non viene raccontato (magari più in là). È la parte di chi non ha ancora imparato a volersi bene, di chi aveva poche cose a cui aggrapparsi e quelle poche cose le sente fino a dentro le ossa.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Io ho iniziato a scrivere senza rendermene conto, mettendo su carta quelli che sentivo perché era l’unico modo per esprimerlo davvero. Rileggendolo capisco che forse quella bambina aveva davvero bisogno di qualcuno che l’ascoltasse e la capisse.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Abbastanza semplice. Sono una tipa impulsiva e ho pensato che doveva rispecchiare cosa c’era all’interno, è stato spontaneo e istantaneo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Penso che vorrei uno scrittore perché avrebbe sempre le parole giuste da dirmi, o almeno adatte. Probabilmente non uno vero e proprio, ma semplicemente qualcuno che sappia capire e trasformare emozioni in parole.
6. Ebook o cartaceo?
EBook per l’immediatezza, cartaceo per la magia.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Io definisco ‘scrittore’ chiunque prenda le sue emozioni e le metta su un foglio, su un telefono, su un block notes. Mi piacerebbe tanto essere letta, trasmettere le mie parole agli altri e magari trovare anche qualcuno che si sente come me, magari la bambina che sono stata e che si è raccontata trova un’altra bambina che si sente proprio così e che vuole raccontarsi.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Nasce da una chiacchierata con un’amica lontana ma davvero importante che mi disse ‘prova, che ti costa?’, e così tra una cosa all’altra mi sono ritrovata con pagine piene e persone che mi chiedevano di leggermi. Un aneddoto? Non so, magari il non pensare a dove potessero arrivare le mie parole non mi ha portato a pensare molto alle cose attorno.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un salto nel vuoto con buoni propositi. È sicuramente una sensazione inspiegabile.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
L’amica di cui parlavo prima.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Un passo importante secondo me, una cosa raccontata è una cosa ancora più vera se ascoltata con una vera e propria voce.