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05 Nov
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Intervista all'autore - Claudia Monari

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Come ogni donna assumo nel corso di una giornata vissuta molteplici ruoli che comportano responsabilità concrete ed emotive differenti; assorbita da una vita familiare intensa e dalla costante ricerca di intimi spazi dove liberare me stessa. La lettura e la scrittura da sempre arricchiscono la mia vita che mi ha regalato importanti momenti di felicità, spezzati bruscamente da eventi dolorosi.
La condivisione con pochissime preziose persone accanto a me mi rende una donna appagata, empatica e piena di speranze.
La scrittura è stata un dono innato e il sogno di realizzare concretamente un libro, forse un’ambizione ritenuta lontana fino al momento in cui la necessità di espiare un grande dolore si è tramutata nella mia prima opera.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Quando l’ispirazione è viva e i pensieri impazienti di prendere forma, le parole non possono arrestarsi.
La scrittura domina il tempo, ma questo non può distogliermi da tutto il resto che fa parte della mia vita.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Amo leggere i classici e in particolare la filosofia.
Mi nutro di filosofi del passato ma se devo fare un nome penso a Oriana Fallaci, per il coraggio di dire cose scomode che fanno paura.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Il mio libro nasce dal dolore dalla consapevolezza che anche a te può succedere tutto solo in un attimo, che cambia la tua vita.
Ma da qui si riparte e si ricostruisce.
Forse la necessità di espiare queste emozioni mi ha trasportata in questo mondo magico delle parole scritte che hanno il grande potere di comunicare.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ho vissuto in un contesto sociale borghese nella tradizionale famiglia benestante e conforme a tutte le convenzioni.
Questo non ha influenzato minimamente il mio pensiero che istintivamente si è avvicinato a valori più intimi ed essenziali.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Penso che ogni libro racconti qualcosa dell’autore che lo scrive in modo più limpido o velatamente.
Per me è stata l’occasione di portare alla luce la mia esperienza vissuta con l’obiettivo di far conoscere una realtà a noi vicina, ma insospettata.
Certamente scrivere ti porta in una dimensione lontana dalla realtà in cui si può venire a contatto con la propria profondità emotiva e spirituale.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Una grande parte di me perché ho vissuto ciò che ho raccontato.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Mia figlia.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia figlia che ne è la protagonista.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Probabilmente la risposta è ovvia con la speranza spero non invano, che la carta possa conservare il suo sacro spazio.
Chi ama leggere non può privarsi del contatto con le pagine, dell’odore della carta e del rumore nello sfogliarla.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Personalmente non trarrei nessun piacere, ma credo che in alcune occasioni e in particolari casi possa essere utile.
 

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Lunedì, 05 Novembre 2018 | di @BookSprint Edizioni

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