1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è libertà. Si provano tante emozioni, non saprei neanche elencarle tutte. Scrivere è come mettere nero su bianco la nostra persona, il nostro carattere. Qualsiasi autore mette sempre qualcosa di lui all'interno del proprio romanzo.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Partiamo dal fatto che questa domanda mi è stata fatta da più persone, proprio perché le vicende legate al romanzo sono vissute nella quotidianità di oggi. Diciamo che non è presente nessuna questione nel libro. Posso dire che è tutto il contrario. Ad esempio a me è sempre piaciuto avere un fratello o una sorella, infatti nel romanzo Manuel ha due fratelli e questo rispecchia un po’ questo mio desiderio.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest'opera per me ha significato molto. Purtroppo il 2018 è stato un anno particolare per me. L'amore che provano Manuel e Vittoria l'uno per l'altro è un po’ l’amore che tutte le coppie vorrebbero avere.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Diciamo che non è stata per niente semplice ahaha. All'inizio ero indeciso, volevo chiamarlo "La danza del destino", ora vi svelo un'altra cosa: prima di scrivere questo romanzo, avevo improntato la trama per un altro. Sono stato da sempre appassionato di soap opera e "La danza del destino" sarebbe stata una di esse inventata da me. Poi però non l'ho più continuata e alla fine è nato questo libro.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Se fossi in un'isola deserta sicuramente vorrei avere con me l'unico libro o meglio serie di libri che ho sempre adorato. La serie in questione è quella degli "After" della scrittrice californiana Anna Todd. È anch'esso un libro sentimentale che lega la storia tra due giorni. Infatti i rispettivi Tessa e Hardin di After hanno alcune caratteristiche che Vittoria e Manuel hanno ne "L'inizio di una grande storia". È un libro che ti prende da tutti i punti di vista, ti insegna che per amore si combatte, e a volte una persona cambia in meglio grazie ad un'altra.
6. Ebook o cartaceo?
Preferisco il cartaceo. Per me avere un libro in formato cartaceo è molto importante. Amo sottolineare le frasi che mi colpiscono di più, evidenziare delle parole. Ogni volta che mi si consiglia un libro, corro sempre nelle librerie ad ordinarlo e mai negli Ebook. Poi ovviamente de gustibus non disputandum est.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Diciamo che questo "percorso di scrittore" non è nato in un preciso momento. Anzi, io stesso mi stupisco di me. Alle elementari ricordo odiavo scrivere testi, mi venivano sempre corti ahahah. Poi mano a mano che sono cresciuto ho iniziato di più ad apprezzare la scrittura creativa. Amo scrivere in tutta mia libertà senza tracce prescritte o schemi già impostati.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea di scrivere questo libro nasce per caso. Una sera non sapevo che fare. Nonostante frequenti il liceo scientifico, scuola molto impegnativa, alla sera ho sempre quell'ora libera in cui mi metto sul divano a riposarmi. E proprio in quel momento iniziai a buttar giù qualche riga. Aprii subitissimo una pagina Instagram dove poterlo condividere immediatamente. Grazie al mio profilo (pagina legata a Uomini e Donne, programma che mi appassiona tanto da sempre), seguito da 125 mila persone, la notizia di questo mio inizio si è divulgata all'instante e questo sicuramente mi ha spinto ad andare avanti.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un'emozione inspiegabile. Chi avrebbe mai detto che da un semplice file word diventasse un vero e proprio libro cartaceo. La soddisfazione è tanta, sono fiero di me stesso. Un messaggio che voglio lanciare a tutti è quello di non arrendersi mai e lottare per i propri sogni, qualsiasi essi siano.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto il mio libro è stata mia madre. È rimasta sorpresa. Ricordo che quella sera quando le dissi di questo mio libro in via di scrittura, il suo sguardo si fece sorpreso ma allo stesso momento anche meravigliato. Non se lo aspettava sicuramente. E quindi la prima persona non poteva non essere lei. Ovviamente in tutte le circostanze di ognuno di noi, la mamma, come il papà sono figure che devono essere sempre presenti per i propri figli.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso sia una piattaforma utile, ma allo stesso tempo credo leggere un libro da sé sia meglio di tutti.