1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Da sempre per me la scrittura è stata importante, da ragazza scrivevo il diario segreto, poi lettere d'amore, racconti per i bimbi del mio asilo, le mie emozioni nel cammino dell'adozione e tante tante altre cose...
Quando scrivo riesco a comunicare meglio le mie emozioni ed è anche un modo per sentirmi più libera o riflettere.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo libro è basato interamente sulla mia vita reale, è genuino, dalla semplicità del racconto delle azioni e di tutti i sentimenti e le paure che sono nate in questo percorso che io e mio marito abbiamo affrontato per trovare la nostra bimba.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Questo diario inizialmente è nato come ricordo da donare in futuro alla mia bimba, poi ho iniziato a scorgere dell'altro, la possibilità di raccontare aggiungendo pezzi, cose che a volte non si dicono, non ti raccontano ma possono servire a tutte le famiglie che vorranno intraprendere questo cammino.
Scrivere quest'opera per me è motivo d'orgoglio, l'orgoglio che ho per il cammino che abbiamo fatto e che ci ha portato da nostra figlia.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo del libro non è stato difficile da trovare, è stata la mia parola chiave per undici mesi, il mio countdown tutte le mattine sino al giorno della nostra partenza per la Cina che come altro avrei potuto definire se non "la nostra terra feconda"?
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Domanda difficile..... ogni scrittore ha una sua particolarità ed è adatto in determinati momenti, mi spiego meglio... in un momento d'amore assoluto mi pace leggere libri romantici, in altri momenti libri più attinenti al mio lavoro... la scelta della lettura di un libro, per me è accompagnata da come ci si sente dentro in quel momento.
Comunque se devo proprio prendere una scelta.... Alba Marcoli, avremmo tanto da parlare e confrontarci rispetto il modo dei bambini e la genitorialità.
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo, senza alcun dubbio, il libro va sfogliato, va sentito.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Carriera è una parolona.... spero di poter aiutare a conoscere un po' di più il mondo dell'adozione, di far compagnia alle coppie in attesa e con la piccola storia finale di poter aiutare a spiegare le famiglie adottive a scuola o a tutti i bimbi adottati.
Anche se non nascondo che mi piacerebbe scrivere anche un libro di racconti per bambini.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
in verità come accennavo prima, il mio libro è nato come diario personale... la parte più sentita di certo è il racconto dell'incontro con Ann, mi ricordo quanto quella sera ero a pezzi e non riuscivo ad immaginare di prendere appunti su quella magnifica giornata, mi feci forza pensando che il giorno dopo non sarebbe stato lo stesso descrivere quel turbinio di emozioni, quando aprii il diario mi accorsi che mio marito aveva già scritto le sue emozioni (e lui non lo fa mai), mi emozionai molto e questo mi diede una grossa scossa... e così passai ore a scrivere le mie impressioni mentre osservavo la mia bimba nel lettino accanto a me.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Mi sento molto emozionata penso che me ne renderò conto veramente quando ne avrò una copia in mano, su carta e non bozze su pc ah.. ah..
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto il mio libro è una mia cara amica e collega di lavoro, lei che è molto più veloce di me a scrivere su pc, ha ribattuto interamente il libro, perché io sono un po' all'antica, amo scrivere su carta.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Capisco che la tecnologia va avanti, che tutti siamo presi dalla vita... ma un libro per me va letto, va vissuto, la lettura fa crescere e ascoltare non è leggere.
Di certo li trovo interessanti se utilizzati in situazioni diverse come persone affette da cecità.