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BookSprint Edizioni Blog

26 Ott
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Intervista all'autore - Francesca Pompili

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata a Milano nel quartiere Isola. Mi sono diplomata in Ragioneria e poi ho aggiustato il tiro, seguendo finalmente le mie vere passioni, laureandomi quindi in Lettere Moderne indirizzo psicopedagogico. Sono affascinata da sempre dalla letteratura e dalla psiche umana.
Il mio percorso di studi è stato determinato, nel bene e nel male, da professori che hanno spento o acceso fuochi nella mia mente e nella mia anima, portandomi a scelte di studio sbagliate o perfette per me. Per questo dico sempre che il ruolo dell'insegnante è prezioso, delicato e sottovalutato spesso dagli insegnanti stessi. Mi sono sposata e sono andata a vivere in provincia di Milano: vorrei trasferirmi in campagna... ma per ora mi sono almeno un poco allontanata dalla metropoli e vivo vicino ad un grande parco.
Direi che l'immersione nella natura mi rende decisamente felice e serena. Ho tre figli e lavoro nelle risorse umane. Ho sempre preso appunti, scritto diari, e finalmente da un anno a questa parte sono riuscita a scrivere e pubblicare qualche opera. Credo che non si decida di diventare scrittore, ma che sia una specie di voce a cui si dà finalmente spazio, per caso o per maturata volontà.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Scrivo, magari solo appunti, ogni volta che un personaggio o un'idea mi tirano per la giacchetta chiedendomi di dargli ascolto.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Indubbiamente Stephen King.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Le poesie sono state scritte di getto, su pezzi di carta che avevo in macchina, su fogli che avevo sul tavolo e poi sulle note del telefono, quando sono nati i cellulari. Questo la dice lunga su quanto tempo fa ho iniziato a scriverle!
Ho scritto nell'arco di molti anni tutte le emozioni, i pensieri che scaturivano da immagini osservate, da sensazioni, da gioie e dolori, da pezzetti di vita altrui che guardavo scorrere. Spesso ho scritto quando mi sentivo spezzare in due da sofferenze o addii insostenibili. E scrivere mi ha aiutato a resistere. Nell'ultimo anno finalmente sono riuscita a trascriverle e raccoglierle in un libro.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Quando avevo cinque anni, mio padre ha iniziato a leggermi "Storie della storia del mondo" di Laura Orvieto per farmi addormentare: sono entrata nel mondo di Ulisse, di Paride, di Enea molto presto e me ne sono innamorata.
I miei genitori hanno sempre letto molti libri e questo ha sicuramente comportato una mia grande curiosità verso la lettura.
Che poi ho sviluppato assecondando i miei gusti personali, fino ad arrivare a scrivere poi io stessa.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Avendo sempre tenuto un diario, ho scritto a volte per superare, come dicevo, situazioni dolorose, altre per assaporare fino in fondo la gioia, per dare spessore alle emozioni, che sono volatili e fuggono in fretta.
Racconto la realtà che vivo e che osservo, sicuramente. Ma allo stesso tempo la scrittura è la mia porta verso la fantasia e una grande medicina.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è tutto di me in quello che scrivo, non potrebbe essere altrimenti.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Le poesie sono un puzzle di persone che ho incontrato, incrociato per la strada o che ho immaginato: nessuna supera un'altra per importanza.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Mio padre ha letto per primo le poesie. Sono pezzi di me di cui ero in qualche modo gelosa, che nessuno aveva mai preso in mano: ma chi meglio di lui poteva accoglierle senza giudicare?
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Le parlo della mia personalissima esperienza: ho collezionato libri di ogni genere e tipo, ho accumulato scaffali e scaffali di meravigliosi testi. Adoro il profumo e il rumore delle pagine sfogliate. Ma l'ebook è comodo. Da quando è nato il mio terzo figlio, leggo al buio la sera con lui accanto: non posso accendere luci e quindi leggere un libro cartaceo è diventato impossibile. Ho provato con lucine, pile, di tutto di più: niente. Tutto scomodissimo. L'ebook mi ha salvato: non posso addormentarmi senza un bel libro! E poi in vacanza ho letto una ventina di libri questa estate. Sarebbe stato impossibile sia portarli con me che poi trovare loro un posto in casa. L'ebook risolve molte difficoltà pratiche.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro credo sia una soluzione ottimale per chi ha difficoltà legate alla lettura. Ho seguito un corso per ragazzi con DSA e l'audiolibro per loro è fondamentale. Stessa cosa per chi ha problemi legati alla vista.
Credo sia una risorsa inestimabile per l'accesso di tutti alla letteratura.
 
 
 
 

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Venerdì, 26 Ottobre 2018 | di @BookSprint Edizioni

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