1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è curarsi, tirare fuori tutto quello che la mia mente non riesce a concepire o a realizzare, perché troppo doloroso oppure confuso. Scrivere questo libro è stato sincopare la realtà e metterla in ordine; sistemare cronologicamente ed in modo logico gli eventi assurdi che hanno sconvolto la mia vita.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo libro, come detto, tutto è reale: in esso, infatti, ho raccontato la mia personale lotta contro il Diavolo, che è entrato nella mia vita quasi 8 anni fa, con prepotenza e distruggendo tutto quello che di buono avevo costruito, in ogni ambito. Gli eventi erano talmente strani e devastanti che ho voluto riportare su carta questa esperienza perché so che il mondo è pieno di queste cose, ma che nessuno ne parla. Tutto è puramente tratto dalla mia esperienza reale di lotta quotidiana contro il Diavolo.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Per me ha significato comprendere a fondo che quello che mi stava succedendo, oltre che vero, reale, non era altro che la mano di Dio che mi guidava a Lui, perché io mi stavo perdendo ed allontanando da Lui.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Ora ho cambiato titolo, ma ne ho pensati solo due: oggi lo intitolerei, credo, "Tutta colpa del Diavolo". Inizialmente avevo pensato a "Manuale di istruzioni contro gli spiriti maligni", ma non è propriamente un manuale: è il racconto di una esperienza di vita, come sono certa ve ne siano molte, molte altre, perciò più che un manuale esso vorrebbe essere una esperienza tramandata.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Non potrebbe mancare la Bibbia, anche se un po' ripetitiva..! Perché quando mi "perdo" il Vangelo mi rimette in carreggiata, o il Vangelo o lo Spirito Santo, nei casi più difficili.
6. Ebook o cartaceo?
Per me il libro è cartaceo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non ho propriamente deciso di intraprendere la carriera di scrittore: in realtà la prima pagina di questo libro l'ho scritta a 13 anni, quando iniziò tutto. Poi, infatti, non potei più finirlo. Ora ne ho 44 ed a quanto pare ne mancava una parte...
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea nasce come sfogo dovuto agli anni durissimi passati a lottare contro il Maligno: tutto è iniziato nel 2011 e, dapprima incerta su quanto vedevo e vivevo, in seguito la certezza di non essere matta o visionaria mi ha dato l'ispirazione per mettere in ordine cronologicamente e documentare con immagini fotografiche gli eventi sconvolgenti che attanagliavano la mia vita in modo sempre più stringente, fino alla scoperta dell'unica Via di uscita possibile: il Signore.
Forse ciò che mi colpì maggiormente fu quando, nell'estate del 2011, subito dopo l'inizio della fine, il padrone di casa mi regalò un libro, anche se non sapeva nulla di me: "Un esorcista racconta", di Padre Amorth.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Per il libro in sé non provo nulla. Piuttosto mi piacerebbe sapere cosa ne pensano gli altri.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Finora non lo ha letto nessuno.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo che l'audiolibro sia davvero il futuro della "lettura". Comodo, può fare dolce compagnia, magari in treno, mentre si va al lavoro, o in auto.... Sì, penso che sia il futuro.