1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto nella periferia napoletana, tra Gianturco e Scampia, ero un bambino introverso ma allo stesso tempo molto vivace. Pur essendo molto piccolo sviluppai sin da subito la passione per la musica e la lettura e, coltivando poi quest'ultima, negli anni scoprii una certa predisposizione per la scrittura. Iniziai quindi scrivendo i testi delle mie canzoni per poi dedicarmi alla scrittura di poesie e racconti prendendo spunto dalla mia quotidianità, da eventi che hanno segnato la mia vita e da quel pizzico di fantasia e di follia di un eterno Peter Pan.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Ad un adolescente consiglierei di leggere assolutamente "Manuale del guerriero della luce" di Paulo Coelho. Trovo che sia importante il messaggio che l'autore cerca di trasmettere al lettore, la ricerca della consapevolezza che l'uomo non è un essere perfetto, cade, soffre ma si rialza, la vita è la sua battaglia, sbagliare non vuol dire essere sbagliati, e il guerriero trova sempre il modo di vincere anche nella sconfitta con i suoi compagni e le persone che ama, l'autore ci tiene a precisare che nessuno vince da solo perché non v'è gloria in un paradiso vuoto.
Lo consiglio vivamente.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Penso che l'eBook sia utile siccome chiunque oggigiorno possiede un telefono o un computer, leggere quindi diventa più semplice e comodo ma a mio parere si perde quella sorta di "magia", un feeling unico tra libro e lettore, lo sfiorare delle dita sulla carta, l'odore delle pagine, tutto questo crea un qualcosa di insostituibile ed unico.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura è un fulmine a ciel sereno che ti colpisce un lunedì mattina in cui tutto sembra grigio. Allora guardi il cielo attraverso la finestra, ti giri e scorgi un salice nel cortile di scuola, il rumore del vento, le foglie che cadono e tutto ad un tratto ti ritrovi lì, da solo, davanti al mondo e ad un foglio bianco, e tutto è così naturale, come in una pioggia d'inverno, le parole bagnano il foglio. Tuttavia la scrittura è altresì un amore ponderato, voluto, cercato e coltivato come un fiore cresciuto sull'asfalto malandato di una strada putrida.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Ciò che mi ha spinto a scrivere questo libro è stata la voglia ma soprattutto il bisogno di imprimere su carta i miei pensieri, le sensazioni ed i miei giorni per renderli in una qualche maniera indelebili, immortali, poiché la mente dimentica e spesso mente mentre la carta no, essa è una verità sebbene soggettiva e non universale. Sentivo dunque la necessità di fermare il tempo, catturare il momento ed imprimerlo sul foglio. Scrivere questo libro è il modo che ho di ricordare sempre chi sono e chi sono stato, è la galleria dei miei dipinti mentali, l'album della mia vita.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Personalmente sono dell'idea che al mondo ci siano tanti occhi diversi che vedono tante cose diverse in diversi modi, il mio obiettivo non è quindi quello di inviare un messaggio preciso ed unilaterale ma anzi mi piacerebbe che il lettore interpretasse a suo modo e a seconda del suo vissuto queste poesie, poiché la parola di per sé è vuota, è l'uomo che la riempie e la rende significante.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
La passione per la scrittura ha preso forma già da quando ero piccolo, ma più che un sogno nel cassetto era un bisogno, scrivere mi aiutava a canalizzare i pensieri e le emozioni che lasciavo sopiti nel profondo, ho quindi preso coscienza nel corso della mia vita che essa sarebbe sempre stata una valvola di sfogo e una necessità ineluttabile, ho così capito che ciò che dovevo fare era prendere tutto il dolore e queste turbe emotive e attraverso la penna trasporle in bellezza.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Non vi è un episodio in particolare che ricordo riguardante la nascita di questo libro, quello che ricordo è che queste mie idee, queste poesie erano riposte nel caos dei miei fogli. Un giorno decisi di scrivere un libro e dopo vari tentativi a vuoto nacque nella mia testa "Ditele di tele che ho dipinto al pensare", una raccolta di poesie scritte in sei anni di vita dove sia l'autore che il lettore potessero carpire la maturazione dell'uomo e del poeta attraverso gli anni.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Più volte durante la stesura del libro ho pensato di non riuscire a portarlo a termine perché ogni volta mi sembrava ci mancasse qualcosa e che non fosse ancora il momento. Avevo paura che il mondo non capisse la mia esigenza di esprimere ciò che mi portavo dentro, e dopo parecchie rinunce ho deciso che dovevo portarlo a termine, lo dovevo in primis a me stesso e poi a tutte le persone che in qualche modo anche solo per un secondo avevano creduto in me ed apprezzato il mio lavoro, ma soprattutto lo dovevo a mia madre alla quale devo non solo questo libro ma la mia intera vita.
10. Il suo autore del passato preferito?
Il mio autore preferito del passato è Pablo Neruda, adoro le sue poesie, i colori ed i sapori che le sue parole trasmettono, la gioia, il dolore e soprattutto la bellezza dei suoi libri sono paragonabili ad un giorno d'estate, ad un frutto succoso ed ebbro di felicità.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che la nuova frontiera rappresentata dall'audiolibro sia molto interessante, che avvicini di più dei lettori non convenzionali alla letteratura, come un occhio pigro che viene sopperito da un orecchio più attento.