1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato da genitori emigrati in Svizzera che dopo qualche anno sono rientrati in Italia. Qui sono cresciuto, ho giocato, studiato e lavorato come un comune ragazzo Bergamasco di quei tempi.
Non mi sento uno scrittore, ho solo deciso di scrivere un semplice manuale tecnico che unisce due mie passioni:
- il lavoro da professionista della salute e della sicurezza sul lavoro;
- l'insegnamento tecnico di Judo, Ju Jitsu e Autodifesa.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il mio lavoro comprende molti momenti di redazione di procedure o istruzioni di lavoro in ambito della prevenzione infortunistica. Quindi scrivere è parte del mio lavoro.
Poi lo scorso anno ricadeva il 30° anniversario dalla mia laurea, ho quindi deciso di iscrivermi ad un nuovo percorso di laurea in Scienze dell'attività motoria e sportiva che mi ha portato sia a studiare che a scrivere molto.
Mi è stato quindi facile scrivere di me, del mio lavoro e delle mie passioni sportive.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Richard Dawkins "Il gene egoista".
4. Perché è nata la sua opera?
Dalla volontà di parlare del mio lavoro e della mia passione delle arti marziali, in particolare del Judo, del Ju Jitsu e dell'autodifesa col metodo MGA della FIJLKAM.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo, mi ritengo una persona attiva e pragmatica, molto curiosa e orientata agli aspetti scientifici, ecologici e sociali.
Mi incuriosiscono tutte le scoperte in campo scientifico legate al benessere dell'uomo, allo stesso tempo sono attento a come evolve la situazione ecologica ed ambientale del nostro contesto e di come l'arroganza umana è insensibile.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
É un modo per raccontare la mia realtà, come la vedo, la penso, la filtro e la comunico.
Sono un estroverso per natura.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Il testo è molto autobiografico, fornisce una sintesi dei valori chiave che mi reggono nel quotidiano, che mi permettono di affrontare la vita con entusiasmo e passione.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Mio padre.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia Moglie e alle mie Figlie Vera ed Elisa.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Probabilmente sì in una fase iniziale, ma secondo me il libro in formato stampa, tenuto tra le mani e letto con tranquillità, resterà sempre un oggetto insostituibile, segno di una umanità umana.
L'information Technology è una grossa conquista e fornisce innumerevoli e insostituibili vantaggi, ma noi abbiamo schemi di apprendimento e di relazione con il mondo "slow", quindi il libro in formato carta a mio parere sarà sempre inavvicinabile.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Anche in questo caso, il supporto è affascinante ma non può competere con la tua lettura, che innesca il tuo immaginario e ti coinvolge. La lettura di un terzo non è altrettanto stimolante, educativa e coinvolgente.
Fare lo "sforzo" o meglio "piacere" di una lettura è insostituibile.