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21 Set
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Intervista all'autore - Marivita Murgese

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Dire che per me "scrivere" significa "tutto" risulterebbe banale. Sicuramente significa esternare le mie emozioni, sia esse negative che positive. Pensate che scrivo molto spesso: se sono felice scrivo per esternare pensieri positivi, per inventare una vita migliore, per creare. Se sono triste scrivo per liberarmi di un macigno interiore o di quel famoso boccone amaro che non riesco, altrimenti, a mandare giù. Scrivo anche quando sono pensierosa e in questi casi metto su carta delle riflessioni sulla vita, qualcosa che andrebbe migliorata o punti di vista altri che abbracciano un po' tutti. In ogni caso scrivo, perché scrivere significa un po' creare e la creazione, a mio dire, è arte.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Della mia vita reale, in questo libro, non è presente nulla. Tuttavia, ci sono situazioni che indubbiamente abbracciano vite altrui e magari, io, nemmeno conosco.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest'opera ha significato per me una sola parola: divertimento. Probabilmente perché immaginavo me a 19 anni o in determinate situazioni bizzarre. Pensate che quando ho scritto quest'opera ho riso spesso e tanto.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata semplicissima: è iniziato tutto da lì. La stesura del libro è venuta dopo.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Su un'ipotetica isola deserta porterei con me un mio scritto, che custodisco così gelosamente da non riuscire a liberarmi.
 
6. Ebook o cartaceo?
Sono molto tradizionalista: preferisco il cartaceo. Sfogliare, sottolineare ed evidenziare sono, per me, le tre chiavi del sapere e del conoscere.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Ho deciso di intraprendere la carriera di scrittore circa due anni fa, per due ragioni... avevo voglia di cambiare la mia vita, donandomi la possibilità di realizzare un sogno: pubblicare i miei scritti, per troppi anni lasciati chiusi nel cassetto della mia memoria.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea di scrivere questo libro è nata nel marzo 2018. Una sfida lanciata con mia sorella, alla quale, poi, ho dedicato il libro. A suo dire, nessun libro potrebbe superare "Destiny" di Lindsey Summers o altri scritti di Lucrezia Scali. Spero che con "Due gemelle in cerca di guai" sia riuscita almeno ad equipararlo/i. Pertanto, questo libro è nato da una sfida: chissà chi avrà vinto!
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro è qualcosa di incredibile. Quando ho il mio libro tra le mani, lo ammiro per qualche minuto... incredula di leggere il mio nome su di una copertina. Pensate che quando leggo qualcosa di mio, chiedo spesso alla mia famiglia: "davvero queste righe sono state scritte da me?". È un'emozione che emoziona, ecco.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto il mio libro è stata mia sorella, perché avere un parere adolescenziale è stato fondamentale per la stesura finale.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia importante avere nuovi approcci nel campo dell'editoria. Quando c'è un'evoluzione in positivo è fondamentale saperla cogliere e, sicuramente, la frontiera dell'audiolibro rientra tra questa.
 
 
 
 

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