1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata a San Giovanni in Fiore, un paese della Calabria, sulle montagne della Sila. Dopo aver frequentato il liceo classico nel mio paese natio, ho deciso di frequentare l'Università della Calabria, trasferendomi a Cosenza, proseguendo i miei studi nella facoltà di Filosofia e Storia. Ricordo con affetto la biblioteca comunale, situata nel centro storico, che mi riforniva continuamente di nuove letture e nuovi sogni.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Essendo una grande appassionata di letteratura classica, consiglierei la lettura de “Il Conte di Montecristo” di Dumas. Questo libro mi ha totalmente catturata nella sua magnificenza. Le tristi vicende di Edmond Dantès ci fanno comprendere quanto il mondo possa essere malvagio e persecutorio anche nei confronti degli animi più innocenti. Nessuno è al riparo dalle ingiustizie della vita o dall'odio altrui, ma a noi tocca una scelta: essere migliori, guardando oltre nonostante il dolore, oppure rassegnarci al rancore e farci consumare da esso. Spesso la giustizia può sbagliare, volutamente o no, e sta a noi riconquistare la nostra felicità.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Essendo una grande amante dei libri, e possedendone una collezione abbastanza ampia, l'introduzione dell' eBook non incontra molto il mio favore, ma comprendo la praticità di quest'ultimo pur andando a discapito della magia scaturita dalla carta stampata che ritengo semplicemente insuperabile.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Secondo il mio modesto parere essa è un vero e proprio colpo di fulmine. Ricordo di aver amato i libri nell'immediato e altrettanto feci non appena compresi che anche io ero in grado di donare al mondo le mie piccole storie. La scrittura ti cattura, ti modella e dà forma ai tuoi pensieri in modo che il mondo possa comprenderti un po' di più. Essa naturalmente costa fatica, studio, impegno, tempo passato a riscrivere mille volte la stessa frase perché quanto prodotto non esprime al meglio il proprio pensiero, persino notti insonni se la passione che ci spinge è davvero forte, ma alla fine nulla è più gratificate di vedere nero su bianco le proprie emozioni.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Il bisogno di mettere per iscritto le mie fantasie, i miei incubi, le mie emozioni e di rivolgerle al mondo, in modo tale che anche dall'esterno potessero vedere la mia anima. Un'anima non proprio pacifica, forse tormentata, ma con tanto da dare.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Vorrei che il lettore capisse che non è importante cosa il mondo reputi giusto o sbagliato. Non bisogna in alcun modo ritenersi sbagliati o inadatti e, anche nelle difficoltà più grandi, bisognerebbe trovare la forza di andare avanti, non certo per gli altri, ma per se stessi.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Ricordo di aver amato la scrittura e i libri sin dall'infanzia, tanto da cimentarmi nella stesura di numerose poesie e racconti fin dall'inizio dell'adolescenza. Mi ha aiutato a vedere la luce anche nei momenti di difficoltà e mi ha permesso di credere in me stessa e nelle mie capacità.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Come ogni mio libro, nasce dal mio costante interesse per la cultura. Infatti, oltre a dedicare molto tempo alla scrittura, altrettanto ne dedico allo studio e alla lettura di romanzi classici, così da poter aumentare il mio bagaglio culturale e migliorare di volta in volta.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Fortunatamente non mi è mai capitato di avere il blocco dello scrittore, sperando vivamente che questa possibilità non si verifichi neanche in futuro. Qualora dovesse capitarmi, mi immergerò nella lettura di qualche buon libro per cercare nuovi pezzi di paradiso.
10. Il suo autore del passato preferito?
Io ho due grandi amori nella mia vita di vorace lettrice: Dostoevskij e Baudelaire. Anche se devo ammettere di amare profondamente tutta la letteratura classica francese e russa. Questi due autori, comunque, rappresentano al massimo la mia anima. Entrambi ebbero delle vite non proprio semplici: ricordiamo infatti che Dostoevskij ricevette la grazia dallo zar poco prima di morire, mentre Baudelaire pianse la scomparsa del padre per tutta la sua vita, non riuscendo a instaurare per nulla un rapporto adeguato con il nuovo marito della madre, soprattutto a causa della sua estrema austerità caratteriale. Entrambi dunque andarono contro la morale del loro tempo, della loro società, non riuscendo ad adeguarsi a quanto tutti si aspettassero da loro. A volte mi sento così: incapace di piegare la testa di fronte a ciò che non ritengo degno di essere vissuto.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo che l'audiolibro possa essere una bellissima esperienza per addentrarsi nel mondo della lettura qualora la voce narrante fosse quella dell'autore stesso del romanzo in questione. Chi meglio del creatore di un determinato mondo potrebbe introdurci nella meravigliosa scoperta dello stesso?!?