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24 Ago
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Intervista all'autore - Claudia Polimeni

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me il poter scrivere, il poter raccontare le mie emozioni, il poter raccontare quelle che sono le mie aspirazioni è una passione. Vero che sono alle prime armi, ma spero con questo mio libro di poter far giungere al lettore le stesse emozioni che ho provato io nello scrivere queste avventure, che rappresentano anche una parte del mio vivere quotidiano.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo libro c’è molto di me a cominciare dalla mia passione per la musica classica, il canto lirico e il mio interesse per le filosofie orientali, vedi buddhismo tibetano ed induismo.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Attraverso queste avventure, che hanno come protagonisti quattro ragazzi, vorrei cercare di far comprendere al lettore quanto possano essere importanti i valori umani a cominciare da quelli che secondo me sono i punti cardini fondamentali, ossia l’importanza della famiglia, il valore dell’amicizia, e quanto sia preziosa la vita umana e che quest’ultima non vada sprecata in nessun modo, ma che sia vissuta appieno facendo diventare i propri sogni, le proprie aspirazioni delle realtà.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
No, non è stato affatto semplice; ho dovuto scegliere tra varie alternative per trovare quello più giusto e che riassumesse al meglio il contenuto del libro.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sarebbe bello poter condividere questa ipotetica isola deserta con Roald Dahl, scrittore, sceneggiatore e anche aviatore britannico noto per i suoi romanzi per l’infanzia.
 
6. Ebook o cartaceo?
Preferirei formato E-book.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Questo tipo di carriera è nata per caso nel 2014. Inizialmente il mio obiettivo era scrivere racconti brevi da tradurre in lingua inglese. Per questo ogni capitolo, pur avendo un filo conduttore che introduce al successivo, appare come un capitolo a sé stante.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L’idea di questo libro nasce da un viaggio effettuato nel 2013 in un paesino della campagna inglese.
Dalle finestre del cottage dove alloggiavo vedevo una chiesetta, la classica chiesetta di campagna con il suo splendido e inconfondibile stile gotico inglese e, sullo sfondo in lontananza una costruzione che ricordava vagamente il classico castello delle favole. Lì per lì non ci feci caso ma una volta terminata la vacanza e rientrata a casa quell’immagine, con il passare del tempo, riaffiorava tra i miei ricordi e una sera a cena con i miei compagni di viaggio di allora, tra un ricordo e l’altro ho deciso che la chiesetta e il castello, così ancora chiari nella mia mente, potessero essere l’ambientazione naturale per questo mio libro.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vedere la propria creatura che piano piano prende forma, prende vita, vederlo nascere, crescere, diventare finalmente un libro, sapere che hai impiegato tra una pausa e l’altra dei tuoi studi, del tuo lavoro quasi tre anni… beh, una emozione indescrivibile.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto il libro è stato il mio compagno, che mi ha supportato nella realizzazione di questo mio lavoro.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L’audiolibro è un ottimo mezzo che non solo raggiunge un vasto numero di lettori, ma permette di avvicinarsi ad una forma diversa di lettura.
 

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Venerdì, 24 Agosto 2018 | di @BookSprint Edizioni

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