1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è una valvola di sfogo, ci si chiude in se stessi lasciando fuori tutti i problemi, penso sia la migliore medicina.
Le emozioni che si provano durante la scrittura sono indescrivibili, vanno pari passo con ciò che idealmente provano i personaggi, si diventa un tutt'uno con la propria opera.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In ogni libro è sempre presente una componente di vita reale. Può essere il 10% o il 90%, sono dell'idea che non si possa scrivere un'opera se non ci si mette un po’ di vissuto.
In questo caso mi sono limitato a seminare qua e là alcuni episodi o riferimenti della mia vita, ma parliamo di piccole cose.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ha significato riuscire a portare a termine un progetto iniziato tempo prima, e con estrema soddisfazione riuscire a mettere su carta una storia, nella speranza che possa emozionare o suscitare nei lettori qualcosa.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
In verità è stata molto semplice, spontaneo, ancora prima di terminare la stesura aveva già bene in mente quale sarebbe stato il titolo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sicuramente un libro di Henning Mankell.
Ritengo sia stato uno dei più grandi scrittori mai esistiti.
Non potrei mai fare a meno di opere come "Il cane che inseguiva le stelle" o "L'uomo inquieto".
Lo stile di scrittura è così coinvolgente che è davvero difficile non immedesimarsi nei suoi personaggi.
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo.
Niente è come sfogliare le pagine o sentirne il profumo.
Ogni libro è come una fotografia, immortala un momento, e come tale deve essere conservata nel migliore dei modi.
Nonostante il futuro sia degli ebook, il romanticismo di un libro cartaceo non ha eguali.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Ho sempre avuto la passione per la scrittura, fin da bambino amavo leggere libri di ogni genere.
Con il passare del tempo ho voluto mettermi alla prova, scrivendo tutto ciò che l'immaginazione mi suggeriva.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Il libro nasce da un esperienza in Andalusia, viaggiando su un treno osservavo la gente seduta di fronte ed accanto a me. Per far passare il tempo mi chiedevo cosa facessero nella vita o dove stessero andando, e mentre il paesaggio scorreva veloce dietro il finestrino nasceva questo racconto.
Scrivo sempre di luoghi realmente visitati, questo mi permette di catturarne anche gli aspetti più nascosti.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Un'emozione fantastica, una soddisfazione immensa.
Ogni scrittore credo veda ogni sua opera come un proprio "figlio", qualcosa generato da loro, un qualcosa che gli apparterrà per tutta la vita.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
In realtà non sono mai stato molto appoggiato in questo senso, di conseguenza ho sempre fatto tutto in autonomia.
C'è però una persona che ci tengo molto a ringraziare, una persona che, una volta saputo del manoscritto, mi ha spinto a fare un tentativo per pubblicarlo. Mi ha incoraggiato nei momenti difficili dandomi giorno dopo giorno il sostegno necessario, esortandomi a non perdere mai la speranza. Tutto questo è dedicato a lei.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Come dicevo in precedenza sono legato al cartaceo, fatico ad abituarmi a nuove frontiere di questo genere.
Certamente rappresentano il futuro di questo settore, e di conseguenza sarà necessario adeguarsi, ma personalmente preferisco leggere nel silenzio sfogliando un libro dalle pagine ingiallite.