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BookSprint Edizioni Blog

09 Ago
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Intervista all'autore - Giuseppe Damato

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è uno dei tanti modi per sognare, per rifugiarsi sul proprio pianeta dove ospitare solo persone, attentamente selezionate, con le quali condividere momenti in cui il resto del mondo è sospeso, è momentaneamente ininfluente. Quando si scrive, si fanno vivere le immaginazioni che nascono da episodi, rappresentano solo i semi del desiderio mentale, poi, con la fantasia, quei semi germogliano e si trasformano in favole nelle quali si immagina che i sogni diventino tali e, perché no, realtà.
Quando si finisce di scrivere, si resta appagati, come se si fosse stati artefici, costruttori di quella serenità interiore, di quello stato di beatitudine che si gode quando si riesce a vivere, un sogno, ad immaginare qualcosa che travolga. Quando si finisce di scrivere, trasferendo su una superficie immacolata, quello che si ha dentro, si raggiunge uno stato di soddisfazione completa, simile a quella che si raggiunge dopo un travolgente momento d'amore. Si riesce ad essere soddisfatti solo se si è certi che l'altro ha raggiunto lo stesso stato d'animo. Quando si scrive, si è soddisfatti sono se si riesce ad immaginare che il lettore sia stato coinvolto dalle stesse, formidabili, sensazioni. Quel lettore è pronto per sbarcare sul fantastico, personale, pianeta.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo libro sono presenti i miei sogni, sono presenti le mie immaginazioni nelle quali si evolvono degli episodi vissuti, anche se in maniera meno pittoresca e/o coinvolgente. Gli avvenimenti reali sono i semi che germogliano in quei sogni.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Sono stato certamente il primo a commuovermi scrivendo, così come spero si commuovano coloro che leggeranno.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo del libro si è evoluto ogni giorno, scrivendo, con il prendere forma dei racconti. Certamente non è stato il titolo a provocare i racconti, ma, gli stessi hanno prodotto il titolo del libro.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In una ipotetica isola deserta vorrei avere con me un libro bianco nel quale riportare le mie emozioni e quelle che riuscirei a percepire dalla donna che vivesse con me quella avventura. Sono convinto che, da solo, senza amore, senza amare, non può esistere una avventura, ma, solo una sventura. Ogni avventura, compreso la più grande, la vita, da soli, o con una compagnia sbagliata, in assenza di affinità, si trasforma da avventura in iattura.
 
6. Ebook o cartaceo?
Pur essendo molto più affascinato dai libri di carta, da accarezzare, da rendere fisicamente complici dei sentimenti che si vivono leggendo, sono convinto che, per motivi logistici, sia più comodo l'ebook. Io amo la barca, il navigare, sono sostenitore del concetto del necessario nido dove ognuno ha bisogno di rifugiarsi per ricaricare le batterie, pertanto, l'ebook è più funzionale: occupa poco spazio, consente di leggere al buio, contiene un numero enorme di libri, pesa poco, si ricarica con un semplice piccolo pannello solare.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non mi sento uno scrittore, mi piace utilizzare la scrittura per trasmettere stati d'animo, sentimenti, sogni che mi fanno star bene e che spero possano far stare bene anche altri.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Ogni episodio di questo libro, prende spunto da fatti vissuti, naturalmente, in modo molto meno cinematografici, rispetto agli episodi così come descritti.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Ci si sente proprio come un maturo navigatore che, della sua barca, utilizza fogli bianchi ed una penna per tentare di far conoscere ad altri le esperienze dalle quali sono nati i sogni, dai quali sono nate le favole che si vorrebbe vivessero altri. Non esiste un altro luogo, come una barca, in mare, scoprendo ogni momento un nuovo dono della natura, per sognare, per amare.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Sono state le persone che condividono l'atmosfera di quel pianeta riservato.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro è troppo simile alla nefasta TV. Per assaporare il sapore della soddisfazione, per condividere le emozioni di chi scrive, bisogna che si faccia un minimo di fatica, altrimenti non si riesce ad apprezzare nulla, quella piccola fatica è costituita dalla lettura. Con l'audiolibro, il racconto si impone al lettore, con la lettura, il fruitore assorbe i racconti. L'audiolibro ricorda molto il moderno modo di vivere, dove regna la fretta, invece, per godere, in ogni senso, anche con la lettura, bisogna concedersi il giusto tempo, bisogna fare le opportune pause per assimilare i sentimenti che scaturiscono da quello che si legge.
 

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Giovedì, 09 Agosto 2018 | di @BookSprint Edizioni

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