1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Raccontare della mia vita non è qualcosa di semplice per me, nel senso che si potrebbe parlare di svariate cose, il mio itinerario di vita lo considero abbastanza tortuoso, come tanti mi sono trovato a scontrarmi con la dura realtà di tutte le città del sud: la scuola, l'inserimento difficile nel mondo del lavoro. Sono un catanese, provengo da una famiglia di umili origini. La creatività artistica ho cercato di non subordinarla sacrificandola alla banalità del quotidiano, anche se la cosa è abbastanza sofferta. Obbiettivamente non ho mai deciso di fare lo scrittore, nel mio caso il poeta, e ho iniziato a scrivere sui diciotto vent'anni, ed ho sempre letto, soprattutto tanta poesia. E scrivere versi lo accetto come predestinazione, come manifestazione spontanea del mio essere, della mia natura.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho degli orari o dei momenti programmati, una poesia può nascere nei momenti più impensabili. Ma se devo applicarmi a elaborare dei testi poetici o lavorare su di uno scritto critico, preferisco se ne ho la possibilità di sfruttare le ore del primo mattino, altrimenti mi adeguo.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Attualmente sono concentrato sul poeta caraibico Derek Walcott, e già siamo ad un anno dalla sua scomparsa. Apprezzo molto il suo stile innovativo, e le sue tematiche coraggiosamente attuali.
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera nasce soprattutto da un bisogno, dettato a sua volta da un impulso profondo di comunicare, di esprimere attraverso la parola poetica le proprie sensazioni, il proprio mondo interiore, le proprie idee e il proprio pensiero critico, come risposta di rimando alla realtà che mi circonda.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale in cui si vive è comunque sempre soggetto a mutare, gli avvenimenti si susseguono a volte in modo imprevedibile, sia essi in positivo che in negativo. E per quanto a volte ci si voglia isolare, se ne subisce in ogni caso l'influsso, e dal cui contesto ne colgo appunto gli aspetti più svariati di cui i miei versi sono intinti.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
La scrittura, per mia propria convinzione, non è mai stata un mezzo di evasione, ma al contrario, un mezzo di indagine, di ricognizione nella realtà stessa, che a sua volta determina il modo, la forma per poterla raccontare.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Se la domanda è rivolta in senso biografico, cioè dell'autoraccontarsi, esponendo le proprie esperienze come esempio di una certa condizione di vita e umana allo stesso tempo, credo che nei miei scritti i riferimenti autobiografici non manchino. Se la domanda è rivolta invece nel senso di autenticità di quello che ho scritto, allora credo che allo stesso modo ci sia molto di me.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
No, non mi sono mai avvalso dell'aiuto di qualcuno per la stesura della mia opera, se non seguire gli esempi dei grandi maestri della letteratura.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Non scrivo romanzi. Scrivo essenzialmente poesie e comunque le prime letture sono avvenute sia in ambito famigliare che fra amici, per poi passare ai critici letterari.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non saprei esprimere un parere preciso in proposito, anche perché non ho mai pubblicato in ebook, e credo sia una modalità di scrittura ancora in una fase sperimentale. Ma tenendo conto degli importanti e innovativi sviluppi della scrittura telematica, penso ci possa essere un probabile futuro per questo tipo di strumento di divulgazione culturale.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro mi fa pensare all'antica tradizione orale, credo che con tale sistema di comunicazione ci si possa educare abituandosi all'ascolto, e comunque ai fini divulgativi di un'opera lo ritengo abbastanza valido.