1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Buongiorno a tutti. Mi presento. Mi chiamo Rossana Quadroni. Vivo in Tremezzina un bellissimo paese sul lago di Como e svolgo la mia attività di insegnante presso la scuola primaria di Cernobbio. Ho iniziato a scrivere poesie e filastrocche fin da piccola ma l'idea di scrivere fiabe per bambini che scaldano il cuore é nata a scuola durante la mia attività didattica. Anche essere diventata mamma per due volte a vent'anni e a quarant'anni mi ha permesso di trovare quella "dimensione bambina" necessaria a fare della creatività e della fantasia il colore delle mie giornate.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Scrivo pressoché di sera dopo avere messo a nanna il mio piccolo, ma le idee arrivano durante i miei pomeriggi a scuola o mentre gioco col mio bambino. Amo osservare la natura e molti personaggi sono ispirati ad essa. Ogni momento libero della giornata é comunque un momento nel quale registrare e scrivere le mie idee.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Adoro Gianni Rodari, Mario Lodi, Bruno Munari... ma anche i racconti di Debi Gliori e della Tata Maschio.
4. Perché è nata la sua opera?
La mia fiaba nasce come spunto per aiutare i bambini a sentirsi meno soli, ad identificarsi nel personaggio di Startail un draghetto che vincerà le sue paure e farà della diversità un valore aggiunto. Le fiabe che io definisco terapeutiche contribuiscono ad educare i bambini al rispetto dell'altro, li incoraggiano ad avere fiducia in se stessi e soprattutto trasmettono l'importanza di non rinunciare ad un sogno... ma di coltivarlo senza mai arrendersi.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sono nata in una famiglia di lettori, in una casa ricoperta di libri. Mio padre era solito regalarmi libri di fiabe, mio zio era un maestro di scuola elementare oltre che un maestro di vita. Aveva lavorato in un centro per ragazzi diversamente abili e il concetto di diversità come valore aggiunto l'ho appreso da lui prima ancora di sperimentarlo sul campo... a scuola.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è un modo per guardare la realtà con occhi diversi e soprattutto da diverse prospettive.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è tutto il mio mondo e c'è il mio essere vicina a tutti i bambini del mondo.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
I bambini... i miei alunni ma anche i miei figli e le loro passioni.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ai miei alunni.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Vorrei rispondere in questo caso da insegnante ed esprimere un parere favorevole. L'e-book si presta a molte attività didattiche, anche con l'utilizzo della Lim la lavagna interattiva multimediale. Ha una notevole importanza per quanto riguarda l'utilizzo di software adatti a bambini con dislessia, a bambini con bisogni educativi speciali o a bambini in cui gli stili di apprendimento preferenziali sono appunto quelli multimediali. Questo però non toglie l'importanza della lettura come esperienza multisensoriale: tenere un libro tra le mani, sentire il profumo delle pagine... guardare i caratteri di scrittura e i disegni sulla carta.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ritengo sia di fondamentale importanza, per i motivi di cui accennavo prima. Per le persone per cui la lettura non è semplice ma non solo. L'audiolibro è fruibile in ogni momento e consente di rilassarsi completamente senza avere le mani e lo sguardo impegnati... C'è anche, the last but not the least, il fascino di ascoltare una voce con armonici vocali ben impostati perché la lettura è assegnata ad attori o comunque a professionisti del linguaggio.