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04 Lug
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Intervista all'autore - Ugo Pietro Frusciante

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono laureato in Sociologia, sono cresciuto e vivo a Battipaglia. La mia grande passione è lo sport, in particolare il calcio internazionale e gli sport americani come l'Nba ed l'Nfl. Ho realizzato fino al mese scorso ogni sabato pomeriggio delle dirette su Facebook in cui con i miei amici raccontavamo giornata dopo giornata il Campionato di Serie B oltre che realizzare delle dirette sui sorteggi della Champions League, dei Mondiali e dell'Europa League.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Sono due i libri che suggerirei:
Il primo si intitola "L'ultima estate di Berlino" di Federico Buffa, che racconta in modo unico e con la magia che solo la sua scrittura sa regalare le vicende di due personaggi: Wolfgang Fürstner, un soldato tedesco realmente esistito e durante le Olimpiadi del 1936 responsabile dell'organizzazione del villaggio olimpico e Dale Warren, un giornalista statunitense fittizio, che per ragioni professionali si trova a Berlino in occasione dei Giochi Olimpici del 1936.
Il secondo invece si intitola "Open", un libro autobiografico su Andre Agassi, considerato uno dei più forti tennisti di sempre. Nel suo libro, racconta come sia stato costretto da suo padre, determinato a farne un campione a qualunque costo, ad allenarsi fin da quando aveva quattro anni. Andre Agassi è cresciuto con un sentimento fortissimo: l'odio smisurato per il tennis, ma nello stesso tempo anche con la consapevolezza di possedere un talento eccezionale. Ciò che mi piace evidenziare è che nonostante Agassi odiasse il tennis, deve alla determinazione di suo padre, l'essere diventato uno dei tennisti più forti al mondo.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Ritengo che sfogliare le pagine di un libro, poterle odorare ed evidenziare con la matita frasi che ci hanno colpito in prima persona, sono delle emozioni che solo un buon libro e nessun'altro ci può dare.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Nel mio caso, direi senza alcun dubbio amore ponderato.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Ricordo ancora adesso quando decisi di scrivere il mio libro. Ero sul divano e trovando un buon film da guardare, scoprii WIMBLEDON – IL FILM di Richard Loncraine con Paul Bettany e Kirsten Dunst, liberamente ispirato alla storia vera di Goran Ivanišević, tennista croato che vinse il Torneo di Wimbledon nel 2001. Da qui l'idea di scrivere un'opera teatrale, che successivamente trasformai in un libro. La visione di una serie tv come Once Upon a Time (C'era una volta), di Spartacus e di Guerre Stellari, saga di cui sono un grande appassionato, fecero sì che tale progetto diventasse tale.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
In un mondo come quello di oggi, in cui vi è la caduta dei valori morali, legati alla religione, alla politica e alla cultura, io credo che la lealtà, la tenacia, il rispetto, l'altruismo, il vero amore, la fratellanza sono valori importanti che ci permettono di uscire da quella "paralisi" della vita quotidiana di cui ci parla Joyce e di affrontare con coraggio le varie sfide della vita, proprio come il personaggio del mio libro Chris.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Sin da piccolo mi divertivo per hobby a scrivere articoli su vari eventi sportivi. Successivamente sono stato chiamato come Addetto Stampa per una squadra di calcio e a pubblicare sul giornale “La Città di Salerno”, il resoconto delle partite.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Direi di sì e anche più di uno. Era estate e andai con i miei genitori e amici alla Certosa di Padula. Fui così colpito dalla bellezza di quel luogo, che decisi di inserirla nel mio libro.
L'ultimo episodio riguarda quando andai a Palinuro, quando durante un giro in barca scoprì la diversità della costa, diventando ben presto la mia musa ispiratrice.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
James Joyce e come "In Gente di Dublino" riesca a dimostrare la caduta dei valori morali, legati alla religione, alla politica e alla cultura. Tutti gli abitanti di Dublino finiscono in qualche modo per essere schiavi della loro stessa cultura, della loro stessa vita famigliare e politica ma soprattutto della loro stessa vita religiosa. Joyce non vuole tanto mostrare questa situazione di debolezza, ma la sua capacità nel descrivere l'impossibilità di uscire da questa condizione che lui definisce di "paralisi".
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Io sono fortemente a favore del libro cartaceo in quanto favorisce una migliore relazione tra scrittore e autore.
 
 
 

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