1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Penso che la scrittura sia uno strumento fantastico per esprimere le proprie idee ed opinioni. A volte facciamo difficoltà a far comprendere agli altri il nostro pensiero, e ci sentiamo diversi se non veniamo compresi a pieno. Per me la scrittura significa questo. Poter trasmettere dei messaggi ai lettori, che di fatto rispecchiano quelle che sono le mie idee. La scrittura, però, è anche un bel modo di evadere dalla realtà di tutti i giorni. Quando scrivo mi immergo completamente nella storia, vivendo con i personaggi le varie vicende narrate e viaggiando con la fantasia in scenari sconfinati.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Ho inserito nel libro molte vicende che, da adolescente, quotidianamente vivo. Oltre alla scuola, alle amicizie e alle tante emozioni provate dal protagonista, i personaggi principali affrontano diverse situazioni difficili che riescono a superare grazie alla profonda tenacia, ma soprattutto grazie al forte legame che li lega. Per alcuni personaggi mi sono ispirato a parenti, amici, e ad altre persone che mi hanno insegnato molto. Altri invece sono nati con il corso della storia.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere MyDom è stata un’esperienza particolare. Sicuramente ha significato tanto, soprattutto per il fatto che trovavo il tempo per scrivere anche quando non ne avevo. Tra le attività scolastiche e quelle sportive riuscivo a ritagliarmi degli spazi la notte, se non la domenica. Eppure, quelle ore che passavo alla tastiera erano magiche. Mi trasmettevano un’emozione indescrivibile, che solo la scrittura è in grado di scatenare.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Inizialmente non avevo la minima idea di quale potesse essere il titolo. Solitamente trascorrevo molto tempo cercando di sceglierne uno adatto, quando una sera, pensando alla trama della storia e ai dialoghi tra i vari personaggi, mi sono chiesto quale potesse essere il mio potere, il mio dom. E da lì, spontaneamente, è nato “MyDom”.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
5. Bella domanda… in un’isola deserta gradirei particolarmente la compagnia di Oscar Wilde, senza dubbio uno dei miei scrittori preferiti. Più che altro per il suo carattere ribelle e deciso, e per il modo leggero di prendere la vita. Con Oscar, oltre alle sue stravaganze, mi piacerebbe discutere di letteratura, di Oxford, ma soprattutto dell’Irlanda, una terra per la quale ho sempre avuto la passione.
6. Ebook o cartaceo?
Senza dubbi cartaceo. Pur essendo giovane, rimango dell’idea che avere un libro cartaceo tra le mani non sia di certo equiparabile ad avere un tablet o un qualsiasi altro dispositivo elettronico. Ho letto diversi libri Ebook, e personalmente preferisco toccare con mano gli scritti che acquisto, soprattutto per il fatto che tendo ad appuntarmi note e a sottolineare frasi che catturano la mia attenzione. É vero che la carta è un bene prezioso, e che bisogna investire dell’innovazione tecnologica, ma per quanto riguarda i libri, rimango dell’idea che il cartaceo non potrà mai essere sostituito.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
La scrittura è sempre stata un mio hobby. A scuola ho sempre amato particolarmente le tracce di temi fantasy/narrativi, in quanto mi permettevano di esprimere la sfrenata fantasia che è in me, e che poi mi ha spinto a scrivere MyDom.
Come dico nella postfazione, ho iniziato per gioco, come una sfida verso me stesso, e col passare del tempo ho cominciato ad affezionarmi alla storia e ai vari personaggi che inventavo.
Più che una carriera, la definirei una grande passione che fa sognare, che permette a coloro che decidono di iniziare a scrivere una storia, o anche solo un racconto, di interagire completamente con ciò che creano e di immergersi in un’atmosfera magica in cui sono liberi di esprimere, attraverso le parole, le proprie idee ed esperienze di vita.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Ho iniziato in prima superiore. Stavo riordinando gli armadi di camera mia, quando mi sono ritrovato davanti un vecchio computer portatile ASUS Eee PC, che da piccolo utilizzavo principalmente per giochi arcade. Quel giorno non mi ero svegliato con l’idea di cominciare a scrivere un libro, eppure, ritrovando quel pezzo della mia infanzia, ho avuto la sensazione di volerlo riutilizzare per qualcosa. Ovviamente i primi anni, prendendolo come un passatempo, non mi sono concentrato molto sulla stesura del libro. Ho iniziato a scrivere di eleganti signore inglesi che bevevano il tè, e di una protagonista in particolare: la signorina Seraphin. Col passare degli anni ho costruito una storia salda e concreta, che proseguirà nei prossimi libri, inserendo, inoltre, eventuali riferimenti a vicende che hanno coinvolto e che coinvolgeranno i protagonisti.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È fantastico. Veder prendere vita ogni nostra creazione è un’emozione immensa. La prima volta che ho sfogliato MyDom quasi non ci credevo. A dirla tutta quasi non mi sentivo pronto a condividere con gli altri quello che fino ad allora era stato un mio grande segreto, soprattutto con i miei familiari, che non vedevano l’ora di leggerlo. Perciò consiglio a chiunque di creare, di produrre o costruire qualcosa che rispecchi una vostra passione, perché anche se il lavoro sarà lungo e stancante, alla fine ne andrete fieri.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
I miei genitori, in particolare mia madre. Aspettava il libro più di ogni altro e mi è sembrato più che giusto che fosse lei ad inaugurarlo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sinceramente non sono un gran utilizzatore dell’audiolibro. Mi ha sempre ispirato, ma non ho mai avuto grande occasione per usufruirne. Da piccolo mi ricordo che ascoltavo favole e racconti con mio fratello, e più recentemente l’ho utilizzato per alcuni testi in inglese. Di certo è una grande risorsa, soprattutto per le persone con difficoltà visive.