1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono una giovane ragazza impegnata nello studio, ma anche in alcune attività ricreative.
Sono nata e cresciuta a Palermo, in una famiglia che ha cercato di trasmettermi alcuni valori basilari che hanno inciso nel mio processo di maturazione e mi hanno anche aiutata ad affrontare alcune realtà.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Secondo il mio pensiero non esiste un particolare libro da consigliare ad un adolescente, perché in realtà i libri ai quali consiglierei di avvicinarsi ai ragazzi ricompresi in una certa fascia d'età sono numerosi, tenendo conto naturalmente delle proprie preferenze.
Di sicuro l'adolescenza corrisponde ad una vera e propria fase di transizione, nonché di sviluppo psicologico ed emozionale. Per questo, a mio parere, bisognerebbe selezionare dei libri che aiutino a affacciarsi ed immedesimarsi a poco a poco nelle concrete realtà di ogni giorno.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Durante gli ultimi anni si è progressivamente affermata la tendenza verso i libri elettronici, che rispondono ai cambiamenti che ci sono stati sul campo sociale e digitale. Però, a mio parere, questa evoluzione non riesce a competere con il fascino di un libro cartaceo che si sfoglia tra le proprie mani e permette di apprendere meglio ciò che si sta leggendo, anche con maggiore sensibilità ed empatia.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Posso affermare con certezza che la scrittura per me è un amore ponderato.
Fin da bambina capitava sporadicamente che prendessi carta e penna ed iniziassi a buttare giù qualche pensiero ed emozione. Poi con il trascorrere degli anni ho intuito quanto per me fosse prezioso scrivere, quanto mi avesse aiutata e quanta importanza stesse rivestendo questa attività nella mia vita.
La scrittura ha indubbiamente contribuito alla mia crescita e mi ha permesso di esprimere emozioni, sentimenti, pensieri, paure e vari stati d'animo che talvolta ho avuto difficoltà a manifestare all'esterno.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Le dinamiche che hanno determinato la stesura del mio manoscritto sono abbastanza profonde.
Il fattore più incisivo al riguardo sicuramente è stato rappresentato dall'esigenza di dovere prendere maggiore consapevolezza di alcuni eventi che ormai sono all'ordine del giorno e verso i quali tendiamo ad essere scettici e diffidenti a causa dei nostri pregiudizi.
Personalmente credo che i pregiudizi siano sinonimo di ignoranza.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il messaggio che si cela dietro le righe del mio manoscritto è fondamentalmente uno: l'esigenza di un'apertura mentale maggiore che ci permetta di interrogarci sulle scelte altrui prima di giudicarle. La capacità di andare oltre le superficiali apparenze per evitare di avanzare delle critiche che non ci competono.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
A volte da bambini si hanno talmente tanti sogni da non riuscire a comprendere con esattezza quello che prevale sugli altri. Sicuramente ne ho preso consapevolezza nel corso della mia vita, quando ripetute volte, per evadere dalla realtà, mi sono rifugiata nella scrittura che mi ha permesso di sviluppare una profonda crescita interiore e manifestare le mie capacità espressive.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Sì. L'affetto e l'appoggio di tutti coloro i quali hanno creduto in me è stato decisivo per la nascita del libro.
Ricordo ancora quando ho dubitato delle mie potenzialità supponendo che la cosa migliore da fare fosse rinunciare a dar vita concretamente al mio lavoro.
In quel momento una persona a me molto cara è riuscita a spronarmi a tal punto da trasmettermi l'energia giusta per recuperare la mia autostima e realizzare questo libro.
Se si crede davvero in qualcosa non ci si deve mai arrendere. La sconfitta peggiore per un uomo è proprio l'arresa.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Decisamente sì. Come ho già detto prima mi è capitato di non credere più in me abbastanza da potercela fare. Spesso scrivevo e poi smettevo anche per mesi, nell'attesa di sentirmi nuovamente pronta.
Può sembrare facile scrivere un libro, soprattutto di non molte pagine, ma il tempo, l'impegno, la dedizione e la buona volontà sono la base essenziale, senza la quale si rischia di fallire in partenza.
Bisogna rileggere ed analizzare ripetute volte tutto e capire se le parole che si utilizzano sono in grado di comunicare al lettore il messaggio giusto.
10. Il suo autore del passato preferito?
Sono sempre rimasta affascinata da alcuni scritti e poesie di Charles Bukowski.
Ho ammirato il suo stile e la sua costante lotta verso un'ottusa superficialità che ha reso gli uomini incapaci di cogliere alcuni accadimenti nella loro vera essenza.
Questo scrittore ha avuto il coraggio di utilizzare spesso parole forti e crude che hanno rotto i tradizionali schemi e hanno permesso di avvicinarsi ad alcune realtà con più coscienza.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente esalta il ruolo che oggi svolge la tecnologia nella nostra quotidianità.
Dare voce ai libri è un'innovazione originale che permette di comprendere in maniera più profonda ogni singolo passaggio di un libro e di rapportarci con più consapevolezza con i vari contenuti e messaggi che possono emergere.