1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata e cresciuta a Bologna. Mio padre morì quando io avevo appena tre mesi e mia madre, venticinquenne, dovette inventarsi un lavoro per mantenere entrambe. Come spiego nel romanzo, non solo lo trovò, ma in pochi anni ottenne un successo strepitoso. Affidata alla mia nonna materna, amorevole e presente ho avuto la possibilità di formare il mio carattere senza condizionamenti, cosa che mi ha permesso di essere uno spirito libero. Ho sempre letto voracemente e ho studiato con impegno. A venticinque anni ho sposato il comandante della Pattuglia Acrobatica "I getti tonanti" che si è rivelato un compagno prezioso fino all'ultimo giorno di vita. Ho due figli, un maschio e una femmina ormai adulti a cui ho dedicato me stessa, che mi vogliono bene, nonostante i miei difetti.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Il libro per adolescenti meno datato che mi balza alla mente è "IT" di Stephen King, la sua fantasia un po' noir mi ha sempre affascinata. Poi gl'intramontabili: “Il richiamo della foresta" di Kipling. "Cucciolo", "Piccole Donne" per le femmine. "Il Barone rampante", "I ragazzi della via Pal". Ma ce ne sarebbero molti altri.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Penso che la diminuzione dei libri cartacei sia dovuta a molti fattori e che il favore per gli e-book aumenterà inevitabilmente. Sono convinta tuttavia, che il libro stampato con il suo profumo di carta, la sua presenza reale, il legame che crea con un lettore appassionato non tramonterà mai.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Nel mio caso, sono convinta d'essere nata con la penna in mano, creando notevoli disagi a mia madre. Ho cominciato a scrivere appena ho imparato a farlo. Inventavo favole senza capo né coda, alternando questa attività al disegno che mi appassionava in ugual misura. A un certo punto della vita, molto presto in realtà, ho dovuto scegliere e ho scelto di scrivere anche perché non potevo farne a meno. É passione? È un bisogno della mente e dell'anima? Entrambi, credo. Sta di fatto che ancora oggi passo ore davanti al computer.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La spinta iniziale a scrivere questo libro è stato il bisogno di comprendere meglio mia madre. Spesso le emozioni vissute inducono in errore in quanto non sono oggettive, mentre la parola scritta di getto offre un quadro più obiettivo.
Un altro motivo è stato il desiderio di far rivivere le persone che ho amato e che non ci sono più. Chi scrive come me, sente vicini i suoi personaggi e finché li descrive e li fa parlare, vive con loro.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
In questa sorta di romanzo autobiografico, meglio dire di memorie, posso solo invitare chi legge a non dimenticare la nostra storia, le nostre radici, le persone, la società, il mondo che ci ha preceduto con i suoi difetti e i suoi valori.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Come ho già detto scrivere è stato il mio primo e più grande sogno. Un sogno che ho realizzato con passione e tenacia fin da bambina.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
L'idea di scrivere la storia di mia madre è nata osservando le vecchie fotografie che la ritraggono spesso con me, piccola. Oltre a questo credo sia stato il desiderio di far capire ai miei nipoti da dove provengono , chi ha permesso loro di esistere, chi ha trasmesso loro qualità e difetti. Spesso per i giovani la famiglia è quella composta dai genitori, dai nonni e dai fratelli. Non pensano che prima di queste persone, molte altre hanno regalato loro una parte del DNA.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Non solo ci ho pensato, ma ho interrotto per anni la stesura. Provavo una sorta di pudore nel descrivere mia madre. Temevo di non essere tanto distaccata da risultare imparziale. Temevo di essere troppo critica o, al contrario, troppo generosa nei suoi confronti. Volevo parlare di lei con sincerità senza apparire troppo perché questa storia è la sua e di nessun altro, meno che la mia.
10. Il suo autore del passato preferito?
I miei autori preferiti sono centinaia. Marquez mi ha entusiasmato con "Cent'anni di solitudine." Ma che dire de "Il maestro e margherita?" Degli scrittori russi in blocco? Degli autori inglesi e francesi? E di tanti, illustri scrittori italiani. Vorrei citarne molti altri, ma sarebbe solo una noiosa litania. Leggere per me è il pane quoti e ogni tanto frugo e ripesco un testodiano. Ho libreria in tutte le stanze. Ogni tanto vado a ripescare un testo e lo rileggo per riprovare un piacere già goduto.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono favorevolissima all'audiolibro. Penso ai non vedenti e ad altri disabili. Poter ascoltare quello che non si può leggere è un privilegio che dovrebbe essere concesso a molti. Qualche hanno fa, insieme a sei colleghe, scrivemmo un'antologia sull'Unità d'Italia, edita da Mondadori, che in seguito è stata letta e registrata da alcuni attori proprio per i non vedenti.