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BookSprint Edizioni Blog

28 Apr
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Intervista all'autore - Severino Bigotto

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Gorizia e lì sono vissuto sino al compimento degli studi liceali.
Gorizia è una piccola città con una lunga storia poco conosciuta ed all'epoca brutalmente tagliata dal confine. Le guerre hanno lasciato tracce profonde e dolorose. Era, prima dell'annessione al Regno d'Italia la città ponte fra la cultura mediterranea e quella balcanica, magico sincretismo di convivenza fra popoli di lingua friulana, slovena, tedesca ed italiana. Lentamente sta cercando di recuperare questo suo ruolo. Adesso vivo in Emilia tra Bologna e Ferrara.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Non esiste un libro o dei libri adatti ad una certa età o al sesso, bisogna leggere; poi ogni ragazzo riconosce quello che soddisfa le esigenze del momento ed avrà di ciò che legge una interpretazione connessa alla sua età e mutevole nel tempo. Fra tutti i libri credo vi siano pochi che esprimono la violenza, anche psicologica, come le fiabe, eppure queste sono la tipica lettura dei bambini. Se poi la narrazione è troppo complessa, sarà il ragazzo stesso a non completare la lettura e magari la riprenderà qualche anno dopo. L'importante è leggere in anarchica libertà.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’eBook?
É la naturale evoluzione. All'inizio avevamo solo racconti orali, che però per la semplicità di acquisizione e l'assenza di costi, erano dominio di tutti. Poi il libro richiedendo la capacità di lettura ed anche, quando questa si è diffusa, costi non sempre sostenibili ha limitato la diffusione della narrazione ad un pubblico elitario. Il libro elettronico sta riampliando la diffusione. Ancora una volta mi preme sottolineare che non è importante come avviene la diffusione del pensiero, ma è fondamentale che possa avvenire. Certamente chi è abituato, come lo sono io, al libro cartaceo sentirà la mancanza del rapporto fisico.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Ci sono due ragioni fondamentali che spingono a scrivere: perché hai qualcosa da raccontare e senti la necessità di farlo oppure perché sai scrivere e ne vuoi trarre beneficio. La prima, il colpo di fulmine, genera arte, magari involuta e grezza ma arte, la seconda, l'amore ponderato, certamente curata e preziosa nelle sue articolazioni è solo un mestiere.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Non era nei miei pensieri pubblicare le poesie che da lungo tempo andavo scrivendo. Le scrivevo non pensandoci, seguendo immagini e visioni perché sentivo la necessità di farlo, di mettere in parole quanto nella mente si componeva. Poi Giovanna nei suoi dipinti ne ha interpretate alcune che abbiamo esposto in abbinamento in una mostra a Marzabotto.
Il riscontro tanto positivo quanto inaspettato ha fatto balenare l'idea di una pubblicazione e poi l'incontro altrettanto inaspettato con BookSprint ha reso percorribile l'idea.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Leggere senza condizionamenti e cercare di interpretare liberamente quanto si legge. Una poesia nasce in chi la scrive, ma si completa nelle svariate interpretazioni di chi legge.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Mia sorella, maestra e un pochino più grande di me, fin da quando ero piccolissimo mi regalava libri, pieni di figure. Poi, anche quando non sapevo ancora leggere, mi spingeva a raccontarli interpretando le immagini, così già a tre anni raccontavo le favole senza leggerle.
Poi nel tempo ovviamente si è modificato il linguaggio, la sua durezza, il cinismo e le cognizioni di filosofia e matematica hanno definito i contorni.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
La sorpresa e lo stupore che mi hanno colpito quando una insegnante che aveva accompagnato i suoi allievi alla mostra a Marzabotto mi chiese dove poteva trovare le mie poesie.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Quando è nata l'idea della pubblicazione, le poesie erano già tutte scritte.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
É difficile ed antipatico ricondurre tutto ad un nome, tuttavia stando al gioco dico Ungaretti per la poesia e Sgorlon per la narrativa.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non mi piace. Chi legge interpreta e quindi condiziona.

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Sabato, 28 Aprile 2018 | di @BookSprint Edizioni

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