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BookSprint Edizioni Blog

05 Apr
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Intervista all'autore - Silvia Pizza

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Salve a tutti! Sono principalmente un genitore di due figli adolescenti, una laboratorista presso il laboratorio di immunoematologia del Centro trasfusionale di Pescia, un'inguaribile romantica con la passione per la letteratura, la narrativa e la poesia fin dai tempi liceali...e, direi che per diletto, ho sempre scritto e letto molto al di là dei miei studi universitari in ambito scientifico.

Provengo dalla provincia pistoiese ma prediligo molto anche la zona lucchese, vuoi per i contatti coi cugini, gli zii e i nonni materni e, vuoi, per una sorta di legame ancestrale che ho vissuto fin dall'infanzia con la città di Lucca e i comuni limitrofi....
Ricordo con tenerezza le tante estati trascorse dai nonni, prima del rientro delle scuole a settembre.
Credo che la molla che mi ha fatto scattare l'attitudine alla scrittura sia stata la lontananza dai miei familiari e dagli amici quando ho iniziato a lavorare in diverse regioni del Nord Italia: Emilia-Romagna, Lombardia, Liguria, Piemonte e, infine, toscana.
Praticamente, per sopperire alla nostalgia e alla malinconia che provavo all'epoca, avevo trovato il modo di tenermi occupata con gli studi in psicologia e con la stesura di diverse silloge poetiche e, in un secondo periodo, con le prime opere di narrativa.

 

2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Di solito, sono più propensa ad isolarmi con la scrittura nei pomeriggi più uggiosi col maltempo che persevera nelle mezze stagioni o durante la sera quando sento il bisogno di accoccolarmi in casa con un tè caldo o una cioccolata fumante.

Poi, ci sono periodi che passano infruttuosi per mancanza di stimoli letterari o per pigrizia e, quindi, lascio passare quelle pause (che io chiamo di "recupero post- pubblicazione" dall'ultima creatura letteraria) per riposarmi dal carico lavoro-scrittura-famiglia.
I momenti più creativi sono quelli che coincidono con l'ispirazione che mi piomba addosso e non mi lascia più per mesi, a volte, anche per più di un anno, e con il fervore e l'entusiasmo che mi catturano quando devo organizzare la bozza della mia nuova opera.
Non c'è mai una partenza precisa e un arrivo sicuro quando nasce, cresce, si sviluppa e infine si realizza un libro... Io credo che si possa paragonare a una gestazione "aleatoria", non programmata e nemmeno concepita all'improvviso ma bensì scaturita da un'esigenza profonda, da una luce creativa che sbaraglia i piani personali e si intrufola nel quotidiano con la forza di un tornado.
Ecco, come si evolve l'ispirazione nello scrittore che conduce inevitabilmente ad una creazione letteraria.

 

3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho preferenza per un autore contemporaneo ma per le sinossi che sbircio nei libri che mi attirano a primo acchito o per alcuni titoli originali che mi rapiscono l'attenzione e m'incuriosiscono tanto da leggerne alcuni estratti oltre che la sinossi.

Posso dire con precisione i libri che ho letto l'estate scorsa e che suggerisco per letture rilassanti e romantiche:
-Incontrarti di Angelique Barbérat
-Io e te al centro del mondo di Jennifer Smith
-Summer -Sulla mia pelle di Elisa Sabatinelli
-Summer 2 -Dritto al cuore di E. Sabatinelli
-Sei in ogni mio respiro di Jessica Park
-Ogni tuo respiro di Irene Cao
-La metà di noi di Leah Stewart
-Mi arrivi come da un sogno di Diego Galdino
-Sarò come mi vuoi di Greta Simeone

 

4. Perché è nata la sua opera?
Questa silloge poetica scaturisce da una serie impressionante di interrogativi...

Sì, mi ero trascinata numerosi rompicapo nel corso di una storia importante che motivavano la mia emotività, la mia alienazione e, infine, la mia insicurezza proprio per la precarietà del rapporto che stavo vivendo.
Solo ponendomi assillanti quesiti, i miei pensieri e il mio atteggiamento verso l'amato, contrastavano la staticità dei momenti bui.
In più, l'indole all'analisi introspettiva ha contribuito a far emergere tutte le incongruenze dell'uomo che amavo fino a percepirne l'ambiguità e un'aridità sentimentale che davvero non potevano coesistere con la mia sensibilità e la mia personalità.
Senza accorgermene, avevo lasciato terreno fertile ai dubbi e ai tormenti e mi alienavo sempre più nella solitudine. Perciò, recuperare l'autostima e il self-control è stato indubbiamente faticoso ma, altrettanto, stimolante e proficua la rivalsa che ne è derivata.

 

5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente il vissuto sentimentale ha inciso parecchio nella mia formazione letteraria e, poi, la fragilità e il 'vuoto a perdere' che racchiudevo nel mio involucro hanno lasciato un' impronta considerevole nella stesura della raccolta poetica, seppur penalizzando il mio equilibrio.

Perciò, la mia visione nel contesto poetico risente di un certo disincanto e di una vulnerabilità palpabile nei versi e nei contenuti...Tuttavia, qualsiasi emozione vissuta è irrazionalmente arrivata per un motivo.
Accettare in profondità il flusso delle emozioni equivale a reagire, sebbene, sia stata sommersa in un continuo divenire di "rumore mentale".
La relazione che ho descritto con intensità emotiva e passionale non è altro che un rapporto aberrante e allentato per incuria che si può sciogliere senza troppe lungaggini o scrupoli.
Di conseguenza, si capisce il senso di sconforto e di insicurezza che attacca morbosamente sia gli uomini che le donne, proprio per la precarietà dei loro rapporti affettivi in questa era di globalizzazione.

 

6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
In questo frangente, il lessico poetico è stato un accesso sensibile e profondo per raccontare la realtà sentimentale, una sorta di finestra aperta sull'interiorità, sugli stati d'animo e sulle inquietudini affettive.

A priori, l'amore ha la sua logica imperscrutabile contornata da palpiti, sospiri, pensiero quotidiano fisso, sguardo sognante, farfalle svolazzanti nello stomaco eccetera...E con tali manifestazioni, l'amore dovrebbe rappresentare qualcosa di positivo in chi ama, almeno la capacità di donarsi all'altro e quella di produrre nel partner, armonia e gioia.
Invece, nella raccolta poetica, la metafora dell'amore si era trasformata esattamente nell'opposto: ovvero sofferenza, pena continua, ansia, sfiducia per la propria immagine e annientamento dell'autostima.

 

7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Direi quanto basta nell'esprimere le emozioni forti e audaci che, comunque, si vivono tutti nel bene e nel male delle proprie vicende affettive.

Credo che l'approccio di fare chiarezza nelle questioni insolute e pulizia interiore nei fatti personali serva a chiunque proprio per connettersi con l'Io profondo, per tutelare l'equilibrio e preservare l'autostima.
Quanti pensieri mi hanno accavallato i neuroni per non dire mi fondevano l'encefalo!
In sintesi, ho racchiuso nei versi i tumulti emotivi, le intemperanze, i rompicapo e, poi ancora, gli slanci passionali, le effusioni tipiche degli innamorati e, infine, le contraddizioni latenti.
Insomma, un'infinità di sfumature caratteriali e una tempesta di emozioni, palpitazioni e pulsioni libidiche.

 

8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Indubbiamente sì!

Esiste un soggetto maschile che ha fatto presa in me, che ha scavato una voragine di emozioni, sensazioni, sentimenti e intemperanze varie.
Costui ha promosso artisticamente buona parte della mia verve creativa, ispirando in modo profondo e sublime la mia scrittura.
Sia in senso figurato che letterario, la fonte d'ispirazione è stata incessante e irrefrenabile tanto da rimanerne catturata e impressionata come mai avrei creduto possibile.
Ho assorbito tale ispirazione con trasporto e languore, con coinvolgimento e curiosità e, poi ancora, con intensità emotiva e struggimento viscerale.
Credo che il lettore attento lo possa percepire 'a pelle' nel contesto poetico e nel suo immaginario personale.

 

9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ho fatto leggere questa silloge ad una persona di fiducia che tra l'altro ha corretto qualche altra bozza e che segue costantemente le mie imprese letterarie.

Poi, ho fatto conoscere le numerose liriche anche ad altri soggetti interessati fin dai miei esordi letterari.
Mia madre resta comunque la persona più affezionata di tutte le mie pubblicazioni. Infatti, la prima copia di ogni opera letteraria che ho realizzato finora è stata consegnata a lei dalla sottoscritta.

 

10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Certamente!

Vedo nel formato e-book la promozione e la distribuzione dei libri in ambito tecnologico, sia attraverso i reader elettronici, gli smartphone, i tablet e gli e-phone. Ormai, si sta passando velocemente e inesorabilmente nell'era digitale con il touch screen e tutte le applicazioni possibili nella telefonia mobile.
Chi rimane ancorato al formato cartaceo del libro è comunque fedele coi suoi principi morali e va apprezzato per la sua tenacia e la sua scuola di pensiero o presa di posizione.
Secondo me, sono da tutelare entrambe le scelte di comportamento o filosofie di pensiero, ovvero sia il formato cartaceo del libro che quello digitale con l'e-book.

 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono favorevole alla nuova frontiera dell'audio-libro, soprattutto in un contesto teatrale o cinematografico come i documentari storici.

Credo tuttavia sia utile tale frontiera dell'audio- libro per le persone anziane che spesso non riescono più a leggere i libri per comprovati disturbi della vista o per patologie acquisite con l'età senile che conducono irreversibilmente alla cecità.
Inoltre, ascoltare una voce calda e profonda nella lettura di un audio-libro sia davvero un'esperienza piacevole e rilassante al tempo stesso...e chissà quanta immaginazione e suggestione si trascina appresso nei soggetti in attento ascolto!

 

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Sabato, 07 Aprile 2018 | di @BookSprint Edizioni

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