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BookSprint Edizioni Blog

27 Mar
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Intervista all'autore - Sara Lorenzon

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere mi fa sentire soddisfatta e soprattutto VIVA. Ho scritto molto e di tutto nella mia vita con motivazioni diverse e molto ho anche cestinato. In particolare ho scritto molti articoli d'opinione per riviste e giornali locali, con l'impegno e la responsabilità di stimolare riflessioni e dibattiti. In questo c'è sicuramente la "deformazione professionale" dell'insegnante.


 

2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
C'è tutta la mia natura di escursionista e camminatrice, reale e metaforica, perché per me la vita è un cammino da compiere. L'altro aspetto della mia vita, che il libro esprime, è la curiosità.


 

3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Un omaggio al mio territorio e soprattutto agli insigni poeti che l'hanno cantato nelle loro opere. Il loro sguardo poetico è affascinante.


 

4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Ho dovuto pensarci un po', perché volevo fosse chiaro il contenuto del testo. In particolare mi piace quel "minima", che salvaguarda tutta la semplicità della natura.


 

5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Ne avrei più di uno, che consiglio a tutti di leggere: La Bibbia (soprattutto i libri Sapienziali e i Vangeli); “Tracce di cammino” di Dag Hammarskjold; “Quasi una preghiera” di Adriana Zarri e “Il rifugio”, di W. Paul Young. Perché in un'isola deserta penso ci sia molto tempo per meditare sull'esistenza, per questo, questi scritti sarebbero una buona compagnia.


 

6. Ebook o cartaceo?
Preferisco il calore e l'odore della carta, usare i segnalibri, sfogliare, cercare le pagine... ma apprezzo lo sviluppo tecnologico: l'ebook consente l'accesso alla lettura a molte persone, anche a chi ha degli svantaggi.


 

7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non mi sento uno "scrittore", professione che lascio ai grandi letterati. Sono solo una persona a cui piace scrivere, come tutti possono fare, per condividere riflessioni, memorie, per dare gusto a quanto si vive.


 

8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Ho incontrato per caso “Un anno in campagna” di Richard Adams, ed è stata proprio un'illuminazione: improvvisamente ho visto con occhi diversi le colline, le campagne e i boschi dove vivo e mi sono imposta di ripercorrerli con uno sguardo nuovo. Guardare così la natura è meraviglioso! Un aneddoto? Spesso nelle camminate imboccavamo un sentiero per poi abbandonarlo senza sapere dove saremmo finiti. Così è accaduto che per cercare di raggiungere una colonia di Cormorani sulle rive del Lago di Revine ci siamo finiti proprio sotto, accorgendoci troppo tardi che eravamo nel loro WC. Ci siamo fatti quattro risate!


 

9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
É emozionante!


 

10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mio marito, quando era ancora una semplice stampa A4, il quale mi ha spinto a pensare ad un progetto editoriale.


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Molto interessante e democratica. Penso soprattutto alle persone ipovedenti, agli anziani o agli studenti in difficoltà per i quali l'audiolibro è un ottimo sussidio. Ma anche alla possibilità di ascoltare libri mentre si guida, o in treno… fantastico!


 

 

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Martedì, 27 Marzo 2018 | di @BookSprint Edizioni

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