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BookSprint Edizioni Blog

27 Mar
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Intervista all'autore - Luigi Giugno

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato nel cuore della splendida Sicilia. Ho 22 anni. Sono cresciuto con valori semplici ma indistruttibili. Penso che nella mia scrittura questo si possa scoprire e soprattutto apprezzare. Essere semplici è saper dare il giusto peso a ciò che sia ama di più.


 

2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Prendere un libro e sfogliarlo, per piacere o curiosità, nell'età adolescenziale ti mette davanti alla scoperta di un mondo che potrebbe espandersi in vari rami durante la vita. Leggere è come affrontare momenti piacevoli o insoddisfacenti. In entrambe le volte devi andare avanti per riuscire a capire e cogliere il senso di tutto ciò. Perciò ad un adolescente, non consiglio che libro leggere, ma consiglio di prendere in mano un libro ed entrarci con la propria mente.


 

3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
La nostra era, è l'era tecnologica. La scienza, la tecnologia sono cresciute a dismisura in cento anni. Poter leggere un racconto, un piccolo capitolo, anche solo una frase d'effetto l'eBook riesce a renderlo più semplice, anche solo nel posto in cui ti trovi al momento. Però è anche vero che l'odore delle pagine appena aperto il libro, quel momento non lo restituisce un display.


 

4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Dipende come arriva, come viene vissuta e soprattutto come viene interpretata. Scrivere lo fanno tutti. Si fa per ricordare, per sfogare il proprio malessere e benessere, per condividere pensieri che da soli fanno paura a conoscerli. La scrittura non va cercata, bisogna solo avere il coraggio di metterla in pratica.


 

5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La nascita del romanzo è il fascino che provo per l'occulto. Pensare o provare ad immaginare cosa potrebbe essere vero ciò che veniamo a conoscenza su fatti sinistri è sempre stata una sfida a credere a ciò che mette paura. Esternarlo in un racconto, questa è stata la sfida che ho preferito intraprendere. Dopo essere venuti a conoscenza di ciò che leggiamo, lasciamo entrare un goccio di verità nella nostra mente per iniziare a metter davanti un puzzle che pian piano si riempirà col credere.


 

6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Cambiare la visione che lo ha accompagnato in quel momento, per provare ad abbracciare un nuovo mondo. Un mondo che si ha sempre avuto paura di entrarvi per non smarrirvi dentro.


 

7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Già all'età di nove, dieci anni su piccoli quadernetti gettavo idee o fatti reali per rendergli il finale migliore. Poi è ovvio che crescendo ne ho fatto più una consapevolezza. Avevo voglia di scrivere, inventare, aggiustare quindi ero consapevole di poterlo farlo. Ero consapevole di potermi divertirmi con un foglio e una penna.


 

8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Episodi in sé per sé dentro la stesura del racconto ne ho infilati talmente tanti che adesso non riesco a capire se dovrei ricordarli con piacere o meno.


 

9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Arrivava spesso il blocco dello scrittore, ma terminare ciò che piace è un valore che mi hanno insegnato.


 

10. Il suo autore del passato preferito?
Fedor Dostoevskij.


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Fa entrare in famiglia in maniera più autonoma chi non può intraprendere una lettura. Poi dipende da che voce viene raccontata la storia, ti fa viaggiare proprio come una canzone.


 

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