3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Amo diversi autori anche di diversi generi, ma dovendone sceglierne uno non posso che propendere per Andrea Camilleri.
4. Perché è nata la sua opera?
Il mio racconto è frutto di molti spunti e quindi non ha un’unica origine: è costellato di tante piccole tematiche, grandi e piccole, tutte per me importanti.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
La mia formazione letteraria è frutto delle mie letture più che del mio percorso di studi. Se penso al contesto sociale nel quale sono vissuto, posso dire che si tratta di un panorama ricco di suggerimenti per le mie storie.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Direi entrambe le cose. Evasione perché si tratta di entrare in uno spazio-tempo che appartiene solo a me. Certamente, poi, la scrittura mi consente di raccontare la realtà, in quei frammenti che ritengo importanti.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Molto e molto poco. Tanti temi sono a me cari, ma tanta violenza certamente mi disgusta.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Mia moglie che, con sguardo terzo, è stata la mia prima critica.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Come ho detto sopra, mia moglie.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Penso che la scrittura e il suo supporto siano due cose diverse. La scrittura avrà futuro o non l’avrà, indipendentemente dal fatto che venga pubblicato su carta o in formato digitale.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Io rimango affezionato al libro di carta, non all’e-book; dico questo riallacciandomi alla domanda precedente. Per quanto mi riguarda non sono interessato all’audio libro, ma penso che possa considerarsi un valido strumento per chi non ha la possibilità di leggere lo scritto.