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BookSprint Edizioni Blog

22 Feb
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Intervista all'autore - Mary Pace

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ho lavorato per oltre 45 anni, come Agente operativo, nell'Intelligence italiana (SIFAR, SID, SISMI) e straniera (Agenzie Francesi), essendo stata reclutata a 18 anni non ancora compiuti, personalmente dal Gen. C.A. Giovanni De Lorenzo, Direttore del SIFAR, quindi Comandante Generale Arma dei Carabinieri. Ho seguito un corso di Paracadutismo militare. Sono esperta di Spionaggio, Controspionaggio, Antiterrorismo, Strategia e Tattica militare. Conosco, in modo approfondito, i sistemi d'arma relativi allo "Scudo Spaziale".
Sono stata altresì allieva di Guido Giannettini (alias Agente Z del SID, poi dello MI-6 inglese). Ho condotto numerose missioni "ad alto rischio", sia in Patria, sia all'estero. L'operazione più significativa, a causa della quale sono stata costretta, mio malgrado, a divulgare pubblicamente la mia vera collaborazione con l'Intelligence, è stata la lotta al terrorismo internazionale di matrice islamista, professato dall'organizzazione jihadista al-Qaeda. Nell'agosto 2003, infatti, comunicavo alla DIGOS le precise coordinate afferenti l'esatta ubicazione del rifugio di Osama Bin Laden, in territorio pakistano. A causa di un immobilismo inspiegabile da parte delle Istituzioni italiane, protrattosi per vari anni, riferivo anche alla CIA, tra settembre ed ottobre 2010, dove esattamente si stesse nascondendo il capo di al-Qaeda. Ho svolto altresì la contestuale attività ufficiale di scrittrice e giornalista. Ho deciso di diventare scrittrice a 13 anni.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non esiste un momento particolare. Ho scritto anche di notte, laddove, durante il giorno, fossi impegnata a condurre qualche operazione per conto dell'Intelligence.
 
3. Il Suo autore contemporaneo preferito?
Il mio autore preferito è Sven Hassel.
 
4. Perché è nata la Sua opera?
Ho deciso di ripubblicare l'opera "Alla ricerca del Lupo perduto" (la cui prima edizione è stata premiata con la Medaglia d'Oro della Regione Lazio), poiché, di fatto, si tratta dell'ultimo mio libro. In seguito alle operazioni condotte nell'Antiterrorismo, purtroppo sono stata vittima, il primo maggio 2013, di un attentato personale, a causa del quale entravo improvvisamente in coma. Fui altresì colpita da un arresto respiratorio ed uno cardiaco. Le mie condizioni cliniche erano gravissime. Fui sul punto di morire. Dopo 9 giorni di coma, riuscivo a svegliarmi. Tuttavia, mi sono dovuta sottoporre ad una intensa e lunga attività riabilitativa. Sono stata dichiarata "invalida civile al 100%" dall'ASL di competenza. Pertanto, le mie odierne precarie condizioni di salute non mi consentono di continuare oltre, con l'attività di scrittrice. Tuttavia, il prossimo autunno, sarà pubblicata la mia biografia. Considero "Alla ricerca del Lupo perduto" un atto dovuto a Sgurgola (piccolo paese della Ciociaria, in cui risiedo), alla sua gente ed alla sua montagna, lungo il cui profilo mi sono ritrovata a cercare le tracce dei racconti, che hanno popolato la mia infanzia. In tale opera, ho narrato storie di briganti, forse dilatate negli aspetti romantici o crudeli dalla fantasia popolare, però con un fondo di verità, che meritava di essere rintracciato, sebbene non del tutto spogliato dal suo alone di leggenda. Le vicende illustrate sono ambientate nella Ciociaria di fine '800. Protagonista assoluto è Lorenzo, chiamato il "Lupo", il quale è l'autorevole ed indiscusso capo di tutti i briganti della zona. La narrazione è ricca di entusiasmanti colpi di scena, tra spettacolari furti e rapine, soprattutto in danno di nobili, nonché intrighi, tradimenti e vendette. Non mancano passionali e focose storie d'amore del Lupo, dal fascino misterioso e dallo sguardo penetrante, cui le donne di ogni rango, dalle semplici pastorelle alle raffinate signore altolocate, non riescono a resistere. A fare da contraltare alle imprese di Lorenzo, vi sono gli audaci Militi del "Corpo dei Carabinieri Reali", cui la presente opera è dedicata, i quali, con instancabile impegno, abnegazione e coraggio, danno la caccia al Lupo. Non è un caso che, nella prima di copertina, campeggi il celebre motto dell'Arma, "Usi obbedir tacendo e tacendo morir."
 
5. Quanto ha influito nella Sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale in cui vivo e soprattutto il particolare ambiente lavorativo dell'Intelligence hanno influito tantissimo sulla mia formazione letteraria. Infatti, oltre a quelli di carattere prettamente storico, ho scritto libri aventi ad oggetto operazioni di spionaggio internazionale.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Ovviamente, per i motivi sopra esposti, le mie opere sono tutte esclusivamente finalizzate a raccontare la vera realtà dei fatti.
 
7. Quanto di Lei c’è in ciò che ha scritto?
Ogni mio libro è sempre stato influenzato da episodi della mia vita. Addirittura, "Incazzata nera", pubblicato sempre con la Book Sprint Edizioni, è di tipo autobiografico, in cui ho illustrato le mie operazioni condotte nell'Antiterrorismo, per conto dell'Intelligence, soprattutto negli ultimi 20 anni circa.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della Sua opera?
Sicuramente, il mio caro marito Aldo, purtroppo deceduto, si è rivelato fondamentale per la stesura delle mie varie opere.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Sempre il mio defunto marito fu la prima persona a cui feci leggere la mia opera, ovviamente nella prima edizione.
 
10. Secondo Lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Sinceramente, sono ancorata alla tradizione e preferisco il classico libro cartaceo.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Come sopra, preferisco i libri cartacei.
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Giovedì, 22 Febbraio 2018 | di @BookSprint Edizioni

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