2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il momento che dedico maggiormente alla scrittura è quello dell'alba quando qui dalle mie parti ancora tutti dormono ed in quella quiete il mio animo riesce a trovare le giuste parole per esprimere tutto ciò che il cuore, la mente, l'anima all'unisono sentono. C'è da dire poi che dipende molto da cosa sto scrivendo perché se si tratta di racconti o brevi storie scrivo anche in altre ore e per quanto riguarda la poesia spesso scrivo quando mi sento ispirata, infatti ogni tanto mi ritrovo con pezzettini di carta, pezzi di giornale o di tovagliolo in tasca su cui ho appuntato una frase.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Prediligo alcuni autori al posto di altri, ma non solo uno in particolare. Tra quelli che preferisco vi sono, senza dubbio, Osho, Terzani, Stephen King, Saviano e Coelho. A prima vista potrebbe sembrare un’associazione un po' bizzarra ma io, credo, che tutti questi autori sono accomunati dalla conoscenza dell'animo umano nelle sue più celate sfaccettature, e, seppure in modi diversi riescono a trasmettere al lettore messaggi importanti e preziosi consigli che presuppongono una profonda consapevolezza di se stessi ed una chiara visione della realtà che ci circonda.
4. Perché è nata la sua opera?
Quest'opera è nata, come le altre, dal bisogno di rimettere insieme riflessioni, poesie, frasi, scritte in momenti di vita vissuta ed è stata attesa così come si attende la nascita di un bimbo, ho trovato piacevole darle vita lentamente tra le mie mani e quando è stata portata a compimento mi sono sentita davvero felice e soddisfatta. Ho pensato di pubblicarla, perché, credo molto in essa e penso che il lettore vi possa trovare spunti per intraprendere una riflessione individuale e mezzi semplici per poter affrontare la quotidianità o semplicemente un buon modo per trascorrere un paio di ore in compagnia di un libro e di se stesso.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale nel quale vivo ed ho vissuto ha influito davvero molto sulla mia formazione individuale e letteraria. Questo perché, le esperienze di vita fatte mi hanno dato modo di sviluppare consapevolezze e conoscenze sempre nuove e maggiori, andando ad influenzare, dunque anche il mio modo di scrivere e di pormi nei confronti della vita. Credo, inoltre, che ognuno di noi abbia un bagaglio interiore fatto di emozioni, sentimenti, ricordi dal quale è molto difficile prescindere sia nei rapporti con se stesso che in quelli interpersonali.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere per me è entrambe le cose, poiché quando scrivo per necessità devo staccarmi dalla realtà e raggiungere una concentrazione quasi totale, meditativa, allo stesso tempo non ritengo la scrittura una evasione dalla realtà ma un raccontarla in maniera oserei dire edulcorata e propositiva.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In tutto ciò che scrivo metto una parte di me, della mia anima, quest'opera "IAIA” l'ho sentita in modo particolare, in essa vi è tutta la mia anima, il mio cuore, la mia mente, non peraltro ho scelto questo titolo così inconsueto che è poi il nomignolo con cui fin da bambina vengo chiamata. Ho cercato in quest'opera di far giungere al lettore quel che realmente sono senza maschere né filtri con le mie fragilità, le mie consapevolezze, i miei valori e le mie paure umane offrendo, quando possibile, una visione lucida di alcune problematiche che ci accomunano tutti ed una via di uscita personalmente collaudata che permetta di venirne fuori.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Non ci sono persone o cose che sono state fondamentali per la stesura della mia opera ma tutto ciò che mi circonda e tutti coloro che hanno attraversato la mia vita lasciandomi una piccola parte di sé lo sono stati. Certamente molto influente è stato il rapporto con i miei figli Matteo ed Eleonora e le mie nipotine Azzurra e Nicole, con la mia famiglia in generale e soprattutto con il Creato inteso come Natura Tutta.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Alcune parti di questa opera le ho fatte leggere ai miei figli ed a mio fratello Natale ma così com’è terminata il primo a leggerla è stato l'editore Vito Pacelli e poi mia figlia Eleonora e così via... e devo dire che per ora sono molto felice dei riscontri ottenuti.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Anche se mi dispiace doverlo ammettere, perché' amo il cartaceo (il profumo dei libri che ti riporta indietro con gli anni, lo sfogliare il libro sentendo o percependo sotto le dita il contatto con la carta che ti sfiora solleticando i polpastrelli e la curiosità), il futuro della scrittura sembra essere proprio quello dell'ebook.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono molto entusiasta e favorevole all'audiolibro perché credo che dia la possibilità anche a persone non vedenti o divenute ipovedenti di poter godere della lettura di un buon libro. Avendo avuto un papà che amava a dismisura leggere e che dopo una vita di lavoro è divenuto cieco so in prima persona cosa si prova a non poterlo più fare, inoltre credo, che in questa società frenetica, spesso manca il tempo per potersi fermare a leggere e l'audiolibro offre la possibilità di ascoltare un buon libro anche in macchina o in ufficio o perché no in un parco.