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BookSprint Edizioni Blog

25 Gen
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Intervista all'autore - Thony Brandon

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere significa varcare la porta dell'ignoto. Una visione descritta che unisce finzione e realtà. Mi piace fantasticare sul fatto che ogni personaggio ha una storia bella o brutta dove sia l'autore che il lettore possono immedesimarsi. Entrare nella psiche, leggerne i differenti caratteri e sfumature del loro essere. Diciamo che in questo momento mi sento come un genitore che si prende cura dei suoi figli, li segue li ascolta e si emoziona. Ogni personaggio è nato dalla penna di una persona che di notte tra le mura della sua stanza ha sempre sognato di realizzare i suoi sogni. Un po’ troppo con la mente altrove, sempre presente ma con qualcosa che nasconde perennemente.


 

2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
C'è stato un momento cupo dove le emozioni facevano a gara con tutto il resto che cercava di opprimermi. Come se la vita mi avesse riservato uno scherzo difficile da affrontare. Ma che grazie alla forza e tenacia sono riuscita a fare in modo che, ciò che era più forte di me avesse la peggio uscendone io vincitrice. Nulla si scrive per caso, tutto viene per una ragione.


 

3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Il Destino appunto, qualcosa di davvero indefinito. Si dice che sia già stato scritto da qualcuno che è più grande e immenso di noi, però mi piace anche fantasticare sul fatto che sia possibile prendere una penna e iniziare a cambiare qualcosa. Esempio (uscire da certe determinate situazioni Dove magari ad occhi chiusi non vedi una possibilità di cambiamento e quindi dormi in una perenne situazione di stallo) oppure scegli di giocare e cambi appunto ciò che ti è stato scomodo per anni. Non è vero che nessuno è in grado di prendersi le proprie responsabilità riguardo a delle scelte, bisogna solo ammettere di essere abbastanza coscienti di ciò che si fa. Se poi quello che fai ti rende felice potrai dire poi che ne è valsa la pena. "Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni" Ho scelto un destino diverso, ho scelto di andare oltre la linea di confine.


 

4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Le dico come ho scelto il titolo nel modo più sincero e spontaneo che conosco. Ero al mare, di solito ci vado spesso perché ritengo che il mare sia come noi, lui vive le sue profonde emozioni e in base a come le gestisce si fa notare. Calmo o agitato non porta maschere, si fa accettare per quello che è. Anche se rimane misterioso per tutti i tesori che possiede negli abissi bui e gelidi. So che ti starai chiedendo cosa lega questo argomento con "Destino", mica è un romanzo di pirati.

"Destino" racchiude i mille segreti mai svelati dall'uomo, leggende metropolitane o fatti realmente accaduti, storie che scatenano curiosità alla mia persona. C'è chi crede in tante assurdità e allora mi sono chiesta, si sono scoperte città nascoste e tesori di ogni genere. Perché il mito del vampiro/stregoneria/licantropia non possono esistesse davvero? Se la stregoneria esistesse davvero? Ecco ricordo che una volta entrai in una piccola libreria con il mio migliore amico anche lui appassionato di questi argomenti e vidi tra tutti un libro particolare che a primo impatto mi suscitò curiosità che mi ha spinto poi a cedere alla tentazione di scrivere e indagare. Poi sono molto ambiziosa, quando ho delle sensazioni difficilmente lascio perdere. Anzi più la cosa si fa interessante più cresce il mio interesse. Ho fantasticato anche sul fatto dell'amore vissuto anticamente, di come fosse difficile esporre giudizi e vivere con mentalità ristrette. L'amore corrotto e imposto per ranghi sociali, ho preso spunto su quanto è esistito e su quanto esiste ancora oggi.

 

5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
L'isola la vivrei come una vera isolana, apprezzando ciò che la natura offre diciamo che un libro di meditazione o riflessivo sarebbe l'ideale. Ritornare in armonia con il proprio essere, scoprire il proprio talento. Molti si attaccano al materialismo dimenticando che noi siamo priorità. Ciò che ci rende unici e ciò che facciamo ciò che pensiamo e come viviamo. Ho il pensiero che vola libero ma che certe volte non si trova a passo con questo tempo a volte imperfetto. Un tempo Dove regna la follia e non si accetta l'amore in tutte le sue forme. Un mondo fatto di ossessione e terrore non è un mondo dove poter cogliere frutti preziosi per il proprio crescere. C'è davvero bisogno di riflettere, prendersi del tempo per affermare ciò che davvero vogliamo per noi stessi e per il mondo. Diciamo di essere liberi quando invece tutti copiano tutto come se si vivesse di continue apparenze mancando di personalità. Ritrovarsi è importante per poterci affermare.


 

6. E-book o cartaceo?
Entrambi, ma preferisco il cartaceo. ( l'e-book perché dobbiamo andare a passo con la tecnologia, il cartaceo perché adoro l'odore dell'inchiostro su carta, amo quando la mano scorre sull'immacolato foglio e certe volte non riuscendo a trovare le giuste parole si trova a scarabocchiarlo. Amo osservare le pagine bianche ancora da riempire. Ho sempre sognato come in “Shakespeare in love” di scrivere con penna e calamaio una storia d'amore eterna, che dura anche quando tutto finisce (so che questo è un pensiero troppo ambizioso). Quando mi capita di stare fuori casa porto sempre con me dei fogli, prendo la penna e ovviamente senza imitare nessuno cerco a parole mie di mettere su carta il dono per cui sono nato.


 

7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Penso che sia una vocazione, la scrittura mi ha salvato quando tutto il resto del mondo è scomparso. Se non ti salvi tu nessuno può aiutarti davvero. Noi siamo il pilastro portante della nostra vita. Sono serio, con essa ho compreso l'importanza di non spezzarmi di fronte alle avversità, di fare sempre il meglio. Mi definisco come una calamità che attira positività, riuscire a produrre nel giusto modo ciò che più mi rende felice. Ho imparato ad amarmi a non farmi più del male a essere semplicemente me stesso. Ho imparato a lasciare andare chi voleva andare via, la scrittura ha riempito gli angoli vuoti dell'anima che sono difficili da colmare. Sono ispirato in questa vita che, come una giostra non smette mai di girare, ti invita a morderla e gustarla a pieno ogni giorno come se fosse l'ultimo.


 

8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
La parola chiave di "Destino” è racchiusa nell'amore vissuto da entrambi i personaggi, come un'onda ad intermittenza, l'uno non può vivere senza l'altro. Come se dipendessero da qualcosa che da sempre li unisce. Un forte richiamo nel tempo. Come il cordone ombelicale di una mamma verso il proprio figlio, c'è il distacco materiale fisico ma non quello dell'anima. L'amore è un legame troppo forte ancora adesso sto cercando le giuste parole per definirlo ma per capirci davvero lo devi vivere profondamente. L'amore ci cambia, ci fa crescere, sognare. L'amore è poesia e allora perché in molti regna l'ossessione e l'incomprensione?


 

9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una grande emozione che pervade tutto il mio essere. Credere in qualcosa per poi vedere che i tuoi sforzi sono stati presi in considerazione è una gran bella soddisfazione. Calcola che non ho sempre fatto questo" lavoro" anche se dalla mia passione più grande ne ho fatto il mio umile lavoro. Certe volte mentre friggevo i panzerotti e patatine in un ristorante della mia città rubacchiavo matite e carta per scrivere le citazioni di Margherita che trovate all'interno del libro. Ecco proprio lei l'ho immaginata per la prima volta in quel contesto, tra pizze, panzerotti e arancini ho trovato il nome della protagonista che con tutta la sua forza vuole ribellarsi dalla mattanza e prepotenza del padre padrone.


 

10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
I miei amici e parenti. Ancora sto aspettando le loro opinioni a riguardo.


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia una buona risorsa anche perché il lettore può lasciarsi trasportare dalla voce degli attori che leggono il romanzo in forma teatrale, dando l'impressione di entrare nel testo e vivere a pieno le varie emozioni che il testo e la bravura stessa di chi interpreta può suscitare.

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Giovedì, 25 Gennaio 2018 | di @BookSprint Edizioni

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