4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
“Questione di fato” è arrivato dopo tante altre idee. Nessuna mi convinceva più di tanto, perché le trovavo inadatte alla storia, ma con il susseguirsi delle vicende ho capito che tutto il racconto doveva sottostare a delle regole dettate dal destino. Da qui il titolo!
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Su un’isola deserta vorrei avere il mio libro preferito, “Storia di una ladra di libri”, perché sicuramente mi immergerei nella storia - anche se già la conosco nei minimi dettagli - e mi dimenticherei di essere sola.
6. Ebook o cartaceo?
Sicuramente cartaceo! Adoro l’odore della carta e stringere fra le mani un libro, toccarne la copertina e le pagine.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Diciamo che avevo già pensato tanti anni fa ad una breve storia, ma avevo abbandonato l’idea, perché mi consideravo ancora troppo piccola. In realtà fin da quando avevo dieci anni o meno creavo dei piccoli racconti, perché adoravo vagare con la fantasia. Ora, dato che una mia storia ha preso vita e si è trasformata in un vero e proprio romanzo, penso di poter essere più che soddisfatta e felice della mia “carriera”.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Il libro è nato dal desiderio di voler raccontare la storia di uno scrittore alle prese con la sua prima opera, indipendentemente dal fatto che sia un nuovo genere o una nuova esperienza, come nel mio caso. Volevo raccontare una storia che somigliasse almeno un po’ a me.
Poi è venuto tutto molto spontaneo perché, dato che mi piacciono i romanzi rosa, volevo che in questa storia ci fosse anche l’amore.
Ricordo ancora la notte prima di quel “magico” giorno in cui iniziai a scrivere le prime righe: la trascorsi insonne a pensare a quello che sarebbe potuto succedere e a come la storia avrebbe potuto svilupparsi o concludersi. Non vedevo l’ora di mettermi all’opera!
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È una gran soddisfazione, un’emozione senza fine poter finalmente stringere tra le mani la tua opera, la tua storia... non ci sono parole!
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La primissima è stata mia madre, seguita da mio padre. In realtà, anche le mie sorelle hanno cominciato a leggerlo quand’era ancora in stesura, ma le ho bloccate io, perché volevo che lo leggessero completo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che l’audiolibro sia un vantaggio per chi preferisce ascoltare un racconto, piuttosto che leggerlo. Ma non bisognerebbe approfittarne troppo. A mio parere, sono preferibili i libri cartacei o gli eBook.