2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
I miei racconti sono un mix di fantasia e realtà. Per quanto dotata di una fertile immaginazione, mi risulta inevitabile l’ inserimento in essi di qualche minuto tassello di verità e di vita che inesorabilmente mi appartengono e che sfuggono al mio controllo, aggiungendo secondo me a questi scritti un tocco personale di vita vissuta.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ho cominciato a scrivere per puro caso vent’anni fa, in circostanze della mia vita del tutto particolari ed irripetibili. Ho constatato la facilità con cui mettevo per iscritto i miei pensieri e ci ho preso gusto, traendone notevoli benefici psicologici e personale soddisfazione. Poiché uno dei miei racconti, all’epoca, vinse un concorso letterario, considerai temporaneamente chiuso questo capitolo della mia vita che, invece, ho rispolverato di recente con rinnovato ardore che, stavolta, sono sicura, persisterà nel tempo.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo, soprattutto per una raccolta di racconti, non è cosa da poco, in quanto occorre compendiare in poche parole delle chiavi di lettura che accomunino storie tra loro assai differenti per stile e per contenuti. Quando ancora navigavo per mari fittamente oscuri, mi è venuto in soccorso un lampo di genio offertomi da una persona a me cara, la quale, per prima, mi ha fatto pensare al mosaico, ossia un immenso puzzle in cui ogni infinitesimale tassello trova il suo unico ed insostituibile perché. Il resto è venuto da se’: il mosaico di vite racconta la storia di uno e, contemporaneamente, di ognuno.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Si tratta di una scelta piuttosto difficile, in quanto nella mia vita ho letto un po’ di tutto: ho cominciato con i gialli di Agatha Christie, poi ho amato Ken Follett, non da meno John Grisham e la fantascienza di Asimov, per cui i miei gusti sono alquanto eterogenei. In un’ ipotetica isola deserta vorrei il libro dei libri, quello che tra tutti, ha segnato la mia cultura letteraria e cioè “Guerra e pace” di Tolstoj. Le motivazioni sono molteplici: innanzitutto, l’ estensione del testo che, in un contesto di totale solitudine, come quello dell’ isola deserta, mi farebbe compagnia a lungo; l’affascinante ambientazione della vicenda, nella Russia ottocentesca, la minuziosità descrittiva delle battaglie, i contrasti sociali tra nobili e contadini, soldati e generali; la saga delle famiglie protagoniste Bolkonskij e Rostov, la coinvolgente storia d’ amore! Mai romanzo risultò alchimia di così variegati ingredienti!
6. Ebook o cartaceo?
Senza dubbio cartaceo! Non disdegno certo la tecnologia che fa dell’ ebook uno strumento pratico e maneggevole, alla portata di tutti, scaricabile, a basso costo e quant’ altro, ma il libro che si sfoglia possiede una sua storia unica e speciale, fatta dei sensi umani. Soddisfa la parte visiva, quella tattile e persino l’ olfatto con il suo aroma di carta stampata. Insomma un libro regala un’ emozione irripetibile.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Credo di aver già risposto in maniera esaustiva in precedenza, sottolineo comunque la totale casualità del mio approccio alla scrittura. E’ avvenuto tutto in un momento di mia particolare solitudine e, per riempire il vuoto delle mie giornate, mi rifugiavo nella fantasia e comporre era per me uno sfogo, un passatempo ed, in seguito, anche una grande soddisfazione per i riscontri che i miei racconti ricevevano. Qualche mese fa, ho deciso di pubblicare queste mie prime storie, raccogliendole in un unico volume, ma continuo a scriverne sempre di nuove.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Frequentavo una serie di sedute presso due dottoresse, nutrizionista e psicologa, le quali, nella loro terapia, chiedevano la compilazione quotidiana di un diario. Il fato ha voluto che scrivendo oggi e scrivendo domani, la mia passione, momentaneamente sopita si riaccendesse e, seguendo i loro incoraggiamenti, nonché i loro apprezzamenti verso i miei scritti, ho deciso di riprendere a comporre, di ridare spazio ai sogni e di pubblicare.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Sempre con infinita cautela, sulla base di un’ innata diffidenza verso tutto ciò che, essendo novità, non si conosce, devo ammettere una certa fremente soddisfazione. Ansia, nelle varie fasi di lavorazione e creazione, contentezza nella realizzazione di un qualcosa di tuo che non avresti mai creduto di poter ottenere, la vibrante consapevolezza di stringere tra le mani un prodotto che nasce dalle tue più intime corde e che ti rispecchia come nient’ altro, in quanto frutto delle tue esperienze di vita.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
E’ stata mia sorella la prima a leggere tutto ciò che via via andavo scrivendo e le sue reazioni mi davano l’input ad andare avanti ed a continuare questa meravigliosa avventura di raccontarmi. Le sue parole, a volte anche inconsapevolmente, mi hanno spesso ispirato tematiche e trame ed i suoi incoraggiamenti hanno spianato asperità e sconforto. Se io sono la madre di questa creatura letteraria, lei si può a pieno titolo vantare di esserne la madrina.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Come per l’ebook, penso che l’ audiolibro rappresenti un’ innovazione tecnologica utile un po’ a tutti, maggiormente ai bambini e ai non vedenti. Sicuramente riposante, permette di ascoltare dalla voce di attori, opere classiche più o meno conosciute ed ha un’ infinita potenzialità di diffusione ed ampliamento. Ma, siamo sempre lì, potendo scegliere, mai io mi priverei del piacere a tutto tondo di sfogliare un libro cartaceo, anche se l’ audiolibro si ritaglierà in futuro uno spazio di fruizione sempre più esteso.