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23 Gen
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Intervista all'autore - Anna Boccatonda

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Da quando sono nata ho sempre vissuto a Roma, la mia città natale. La mia vita è stata un alti e bassi tra problemi e soddisfazioni, ho due figli ormai grandi e due nipotini, uno di tre anni e l'altro di pochi mesi, che da quando sono in pensione, occupano la maggior parte del mio tempo. La mia esperienza lavorativa si è svolta in ambito scolastico e il contatto con i bambini e i giovani mi ha arricchito spiritualmente e socialmente. Da loro ho imparato ad essere aperta verso le novità e pensare che i sogni si possono realizzare se lo vogliamo veramente, così ho cominciato a scrivere fiabe che poi leggevo in classe e mi sono accorta che rapivo la loro attenzione e ho continuato cimentandomi con qualcosa di più impegnativo.


 

2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un momento specifico per scrivere, ma ho bisogno di silenzio intorno a me per potermi abbandonare al flusso dei pensieri.


 


3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Spazio molto tra gli autori del passato e quelli contemporanei, tra questi ultimi mi ha affascinato Cecelia Ahern e Isabel Allende. Per quanto riguarda la letteratura infantile amo Rodari e Piumini


 

4. Perché è nata la sua opera?
Volevo raccontare le difficoltà di un periodo storico italiano e la capacità di saperle superare con dignità. La forza di volontà e disperazione che ha spinto una intera generazione a farcela. Anche oggi viviamo un periodo storico difficile e dobbiamo avere il coraggio di mettere in atto le nostre capacità e abilità per superarlo a testa alta.


 

5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo, perché ho avuto la possibilità di osservare vari contesti sociali e il loro vissuto da vicino, così da rendermi conto delle differenze sostanziali e i loro comportamenti.


 

6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambi, quando scrivo mi estraneo dalla mia realtà e mi immergo in quella del personaggio che racconta la sua realtà che in qualche modo esiste.


 

7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Nel mio libro ci sono i miei ricordi, ma soprattutto quelli di mio nonno e di mio padre che mi sono stati raccontati da loro in varie occasioni.


 

8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Un po’ tutta la famiglia e i vari cugini che si sono adoperati nel raccontare episodi di vita trascorsi dai loro cari, poi è stato mio compito vagliarli e mescolarli nella stesura del racconto.


 

9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia figlia e poi ad una cara amica che ha condiviso con me i momenti più belli e non della famiglia.


 

10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Penso proprio di si, visto che i giovani stanno sempre con un tablet in mano.


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
E' sicuramente una soluzione vincente per tutti, non solo per i non vedenti o per i bambini piccoli che possono ascoltare fiabe, ma anche per molti giovani o adulti che possono ottimizzare il tempo trascorso in macchina, sull'autobus o in treno ascoltando un romanzo o addirittura lezioni dalla sapiente voce di un lettore esperto.


 

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