3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Se da un lato amo molto il libro stampato e mi piace, quando ne acquisto uno, assaporare l’attesa di iniziare a leggerlo sfogliando le pagine e sentendone il profumo, trovo dall'altro indiscutibili i vantaggi (economici e di praticità) del libro elettronico. Spero per questo che le due tipologie di libro continuino a coesistere, in modo da lasciare al lettore la possibilità di scegliere di volta in volta quale preferire, in base alle esigenze del momento e alla tipologia di libro.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
L’idea di scrivere un libro che parlasse di moda è nata in me da piccola ed è cresciuta nel tempo. La passione per l’argomento ha poi contribuito a spingermi verso il tentativo di concretizzare quel pensiero. Man mano che scrivevo mi sentivo sempre più parte del lavoro che stavo componendo, quindi il desiderio di continuare a scrivere e completare l’opera è aumentato nel tempo. Non parlerei di colpo di fulmine per la scrittura, ma di un amore ponderato.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Questo libro nasce dalla stesura della mia tesi di laurea magistrale. Durante gli studi seguii con entusiasmo il corso di Storia della moda, ambito che mi ha sempre affascinata, e lì maturò in me la consapevolezza che era giunta l’ora di tentare di realizzare il mio sogno di scrivere un libro di storia del costume. Mi rivolsi a diversi professori per chiedere indicazioni sull'argomento da affrontare, ma per il periodo che avevo ipotizzato – l’Alto Medioevo – le risposte non furono incoraggianti. Queste premesse poco ottimistiche mi spinsero con maggior forza a incamminarmi in questa strada poco agevole e, consapevole delle difficoltà che avrei incontrato, continuai dritta verso l’obiettivo. Ed ecco oggi il libro, diventato realtà.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Caro lettore, se ti stai accingendo a leggere questo libro tieni conto che l’opera è di carattere settoriale, ma si fa facilmente leggere anche da chi è fuori da questo determinato ambito. Se sei uno studioso di storia della moda, o se comunque ti interessa l’ambito, spero tu possa trovarlo interessante e utile; se invece ti avvicini per la prima volta al tema mi auguro tu riesca comunque trovarlo piacevole.
Ti riporto di seguito i pareri di chi ha analizzato e corretto l’opera, così che tu possa fartene un’idea:
“Un testo interessante rivolto anche ad un pubblico curioso e non solo agli interessati della materia. Un utile strumento di storia dei costumi per chi vuole specializzarsi sull'argomento. L'opera offre spunti di riflessione sul tema nello specifico. L’abbigliamento infatti è visto come specchio della società, permette di capire le usanze dell’epoca.”
“Il testo incuriosisce e cattura l’attenzione anche dei non addetti ai lavori.”
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
L’idea di scrivere un libro si è fatta avanti in me in più momenti della mia infanzia; un’idea più o meno definita a seconda dell’età. A volte ho pensato che da grande avrei scritto un’autobiografia, ma dal momento che la mia vita non ha proprio nulla (almeno per il momento) di così interessante da finire in un libro, si è fatta sentire con più forza quella di realizzare un’opera che parlasse di vestiti e accessori del passato. Il sogno di scrivere un libro di storia della moda è nato quando ancora non sapevo nemmeno che libri di questo genere esistessero già. Poi li ho scoperti e ho cercato di trasformare quel sogno nel cassetto in qualcosa di più…
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ricorderò sempre le ore trascorse nella biblioteca di Palazzo Mocenigo a Venezia, dove ha sede il Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume, quando andavo a consultare i volumi che mi servivano per la stesura del libro e, un po’ superbamente, speravo che un giorno anche io sarei riuscita a completare il mio lavoro e a pubblicare un libro di storia della moda.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
I momenti di sconforto capitano, specie nei periodi di difficoltà o quando ero sotto pressione per la preparazione degli esami da sostenere all'università. Essendo però piuttosto ostinata sapevo che prima o poi avrei portato a temine il progetto.
10. Il suo autore del passato preferito?
Si può in qualche modo dire che il mio “mentore a distanza” nella stesura del libro sia stata Rosita Levi Pisetzky, grandissima storica della moda e autrice di molte pubblicazioni sul costume e sull'abbigliamento in Italia, alcune delle quali sono state alla base dell’inizio dei miei studi nel settore e delle mie ricerche per la realizzazione del libro. Un grazie va dunque a questa autorevolissima autrice.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mi è sempre piaciuta molto l’idea di poter “leggere” un libro senza dover necessariamente tenere impegnati gli occhi su una pagina. Non lo dico per pigrizia, ma perché mi capita spesso di avere voglia di leggere un libro alla sera, ma di avere gli occhi troppo stanchi per riuscire a farlo con comodità; oppure di non avere il tempo di farlo. Ecco che l'audiolibro in questi casi sarebbe perfetto perché è uno strumento che permette di scoprire un’opera anche mentre si è impegnati in qualche altra azione manuale. Inoltre è un fondamentale aiuto per le persone ipovedenti o non-vedenti, quindi rende il libro più “alla portata” di tutti. Ha d’altro canto però il problema di non poter riportare le immagini, componenti che in alcuni libri (come quello in questione) sono tutt'altro che superflue.