4. Perché è nata la sua opera?
È nata grazie a mia nonna, che un giorno, durante il mio lungo ricovero in una struttura psichiatrica, mi portò un quaderno grigio. Lo lasciai sulla scrivania per qualche giorno, e poi dopo una crisi, iniziai a scrivere, all'inizio raccontavo solo come si strutturavano le mie giornate, ma quando iniziai ad appassionarmi di più, la cosa diventò magica, diventò uno sfogo scrivere, più importante dei farmaci.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Molto, principalmente perché questo libro parla di come una ragazza d'oggi, riesce a superare un tragico passato, e combatte contro la depressione.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere penso sia un modo per raccontare la realtà.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Penso ci sia tanto, anche troppo. A partire dal fatto che sia un'opera autobiografica.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Si, i miei familiari, le persone care a me e gli infermieri che ho incontrato in ospedale.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia madre e agli infermieri, che ad ogni pagina mi incoraggiavano sempre di più.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Penso proprio di sì, anche se vorrei che la tradizione del libro cartaceo continuasse, perché niente toglierà mai la bellissima sensazione di avere un libro in mano, principalmente sentire il profumo di un libro nuovo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia una grande idea, perché è sempre molto bello e interessante utilizzare nuovi campi della tecnologia.