4. Perché è nata la sua opera?
Mi sono sempre chiesto il motivo dei comportamenti dell'essere umano. Perché credo che la vita sia molto semplice. Ma non riuscivo a capire perché nella mia città si vivesse così male.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Di influenze nella cultura della mia città ce ne sono state tante. Dagli spagnoli ai francesi e tante altre. Ma ripeto inspiegabilmente si vive male. La città di Napoli è una città dalle potenzialità incredibili, ma che non si ha voglia di esprimerle fino in fondo. Sono sempre stato combattuto dal fatto di andarmene o restare. Per quanto riguarda la scrittura, posso dire con sincera certezza che Napoli e i napoletani non hanno avuto nessuna qualsivoglia influenza, se non in negativa.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Come nella mia prima passione, il disegno, quando scrivo mi rilasso. Nel primo e nel secondo libro non c'è niente di reale. Alcuni possono immedesimarsi nel primo. Ma il secondo, intitolatosi "Aforismi - Esperienze di vita!", c'è tutto quello che ho vissuto in prima persona, in 40 anni di vita.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto. Tutti i sentimenti, uniti alle frustrazioni che l'essere umano prova, ma è troppo stupido per confessarle, le ho provate tutte.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Tutti e nessuno. E' stata solo la volontà forte di porre dei temi che sono reali, ma che nessuno, almeno nella mia città, vuole prestarci attenzione.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Questa domanda mi fa sorridere, pensando che mia madre, quando li ha letti, ha detto che non li ha capiti.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
No.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che i libri vanno letti e i film vanno visti. Nessun'altro può fare questo per un essere umano.