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27 Set
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Intervista all'autore - Sarah Galeazzi

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Scrivere per me (oltre essere una passione che coltivo sin da bambina) è il modo migliore per evadere dalla "crudele" realtà che ci circonda ogni giorno. Ovviamente, la cosa è soggettiva e, per me, scrivere questo romanzo è stato un modo per poter lasciare per una manciata di ore la mia tipica routine, come alzarsi per andare a lavorare, pensare a come arrivare a fine mese, ecc... Insomma: un modo per staccare la spina dalla vita quotidiana di ogni comune mortale.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Beh, sotto certi punti di vista, in questo romanzo c'è molto di me, anche se non è molto sottolineata la cosa, essendo un romanzo dark fantasy. Comunque, tra le pagine del romanzo, credo sia ben evidenziato, il fatto di sentirsi spesso un pesce fuor d'acqua e delle volte una nullità. Purtroppo spesso nella vita mi è capitato di sentirmi così, anche incompresa e diabolicamente frustrata, proprio come la protagonista della storia. Ma a chi, nella vita di tutti giorni, non è mai capitato?



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

È stata quasi una sfida a me stessa. Ho iniziato a scrivere questo libro giusto per staccare la spina dalla routine e per rilassarmi, catapultandomi in un mondo tutto mio, creato esclusivamente dalla mia fantasia, basandomi ovviamente su argomenti che mi hanno sempre affascinata. Sono tante le persone che mi hanno spesso e volentieri pugnalata alle spalle e scrivere questo romanzo, completarlo e pubblicarlo è stata una sfida che sono riuscita a vincere contro me stessa e contro tutto il mondo, soprattutto, contro chi mi ha fatto veramente del male emotivamente, e non solo.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Devo ammettere che il titolo è stata quasi la parte più difficile! Avevo già iniziato a scrivere il romanzo, ma senza nessun titolo. Diciamo che è arrivato come un fulmine a ciel sereno una notte, dopo essermi svegliata da un brutto incubo. Non so perché, ma subito dopo ho iniziato a pensare e a ripensare a un papabile titolo per la mia storia e, dal nulla, è comparso nella mia testa. Ricordo che ho fatto alcune ricerche su internet per verificare se il titolo appartenesse già a qualche opera del genere e, per fortuna, scoprii che era "libero", e calzava come un guanto alla mia storia.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Sono una fan della saga di "Harry Potter" di J.K. Rowling, una delle mie autrici preferite. Ma, se devo scegliere solo un titolo, allora dico "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban", il mio preferito in assoluto, forse per l'atmosfera un po' dark che lo avvolge. J.K. Rowling è stata quasi un esempio per me, oltre per il fatto che mi ha catturata con il suo stile e la sua fantasia, ma anche perché ha avuto un passato molto travagliato (un po' come il mio, ma non mi sto ASSOLUTAMENTE paragonando a lei!) prima di raggiungere la fama e, oltre come scrittrice, l'ammiro molto come Donna.



6. E-book o cartaceo?

Assolutamente Cartaceo. Non disprezzo in nessun modo l'e-book, anzi, è un'idea molto originale e moderna, ma per me il vero libro è e resterà sempre il cartaceo.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

A dire il vero, ho sempre scritto sin da bambina dei racconti e, ricordo, che all'età di dieci anni, avevo completato una storiella fantasy di 114 pagine e mi ero sentita una baby Jane Austen! Ma, crescendo, sono diventata sempre più insicura e non credevo di poter riuscire a pubblicare un'opera tutta mia. Con molta determinazione e un pizzico di ottimismo, ci sono riuscita. Credo sia stata la nascita di mia figlia a spingermi a diventare più determinata e sicura di me stessa, perciò, se ora sono qui a rispondere alle vostre domande, credo che una fetta di merito sia proprio della mia piccola.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Beh, la nascita di quest'opera è arrivata per caso, una fredda mattinata di novembre. Ero incinta, e dormivo pochissimo per via dei calci della piccola, così ho iniziato a farmi delle idee su una papabile storia da poter buttar giù nero su bianco, così tanto per hobby e, nel mentre, ho iniziato a fantasticare sul lungometraggio della Disney "La sirenetta" e, non so come e perché, un anno dopo è nato "Cold Blood" !



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

È un'emozione incredibile, la seconda più bella dopo la nascita di mia figlia, non c'è che dire. È fantastico vedere il proprio lavoro prendere vita e la propria passione concretizzarsi. È già un bellissimo traguardo sapere che è stato accettato da una Casa Editrice e ne sono più che felice. Ovviamente, ora manca solo l'apprezzamento del pubblico. Staremo a vedere! Incrociamo le dita, ma sono comunque già adesso molto soddisfatta!



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Una mia carissima amica di nome Veronica e mio fratello Roberto che, entrambi, mi hanno spinta e incoraggiata a provare a pubblicarlo. Non smetterò mai di ringraziarli dal più profondo del cuore.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Credo sia un'ottima cosa e un'ottima idea, soprattutto per i non vedenti, o per chi ha semplicemente problemi con la lettura, ma anche per chi può trovare piacevole ascoltare in auto un buon libro anziché il banale CD.

 

 

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