3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?
Il destino dell'editoria storica sarà legato a questa che è un rischio, ma potrà anche essere un'opportunità di diffusione del pensiero; che dovrà essere pur sempre scritto e sviluppato in diversi modelli, per essere trasmesso lasciando al lettore la scelta di quale sia a lui più congeniale il supporto cartaceo o e-book. Ovviamente il trend del mercato editoriale lo sta a dimostrare, i diversi tipi di lettori, scelgono modelli diversi; la mia generazione sceglie, preferenzialmente il libro in formato cartaceo; le giovani invece la formula " virtuale" più comoda e trasferibile. Ma essendo il futuro dei giovani, sono portato a pensare che la formula del e-book sarà sempre più diffusa e presente.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Né l'uno né tanto meno un amore; direi piuttosto " un sogno a lungo nel cassetto" custodito però gelosamente e mai abbandonato. Con la disponibilità del tempo a mio esclusivo uso, a seguito dell'abbandono degli obblighi di lavoro, è diventato quasi un obbligo, come se questo desiderio diventasse sempre più forte con il passare del tempo. Una scelta da fare insomma, irrinunciabile!
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Fare chiarezza delle mie opinioni a tutti i lettori che mi vorranno leggere sui fatti che ho vissuto direttamente (la mia piccola storia) e perché no; trasmettere le mie considerazioni e i miei dubbi sulla grande storia di 35 anni dal 65 alla fine del XX secolo. Citando opere e autori, che mi hanno portato a maturare le mie convinzioni come si usa dire a metterle "nero su bianco".
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Un sogno, perché di sogno in fondo si tratta; di voler trasmettere dei messaggi etici alle nuove generazioni, al fine di far comprendere che il vero progresso sociale ma anche economico, non sta nell'abbandono assoluto dei modelli del passato. Bensì nella ricerca dell'equilibrio fra conservazioni dei modelli e dei valori utili del proprio passato e i nuovi. Per essere breve; i beni e le idee dovranno sempre circolare nella società, ma si imporranno solo le migliori, per quelle deboli NON ci sarà spazio ne tanto meno " consumo". Perciò quando il tempo ha garantito un modello, un'idea come preziosa o utile NON abbandoniamola a scapito di cosa ?
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
No, direi da adulto; nemmeno come adolescente o giovane ho mai preso in considerazione quest'eventualità. È nata frequentando, per ragioni professionali, persone che amavano scrivere e leggere, questo continuo confronto mi ha acceso la curiosità di capire se anch'io fossi in grado di produrre qualcosa. Una sfida quindi con me stesso !
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Volevo iniziare la mia autobiografia con la celebre frase di "Snoopy" il cane "intellettuale" e scrittore dei fumetti Peanuts; "Era una notte buia e tempestosa etc…" l'inizio del mio racconto si prestava. Poi non volendo mancare di rispetto ad un autore che mai si è definito come tale, ma come semplice disegnatore, ho preferito rinunciare per una soluzione alternativa anche se molto simile .
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Molte volte. Ad essere sincero, non era una mia prima intenzione farlo stampare tramite un editore, bensì conservarlo come "Book personale" di semplici ricordi, ho perfino fatto alcune copie di copisteria con una copertina diversa, a tal fine. Poi in uno scambio fortuito con una persona amante di lettura, che ha voluto leggere alcune pagine iniziali, sono stato stimolato a continuare e a proseguire. Non lo nego: il pensiero di fermarmi, al termine del raggiungimento delle varie tappe cronologiche nel libro mi assaliva costantemente come se un monito interiore mi suggerisse "Adesso ti puoi anche fermare! " Ma non l'ho ascoltato e ho voluto proseguire fino al termine prefissato inizialmente.
10. Il suo autore del passato preferito?
Difficile scegliere; molti sono gli autori che mi hanno influenzato, alcuni (non tutti ovviamente) li ho anche citati fra le note del mio lavoro. Ve ne sono due però che pur NON avendoli citati mi hanno appassionato moltissimo. Il primo "E. Salgari" (usando un termine moderno) autore fantasy della mia fanciullezza. Il secondo "J. Redefield" autore new age della trilogia "La profezia di Celestino".
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Una soluzione alternativa; alla lettura difficilmente praticabile, solo per casi estremi con grandi interpreti di teatro o attori che sappiano, commentare ed arricchire il lavoro scritto. Senza quest'apporto lo troverei superfluo ma NON del tutto inutile, per esempio come ausilio e stimolo alla lettura dei giovanissimi nelle scuole elementari.